67. LEUCIPPO

A. VITA E DOTTRINA

67 A 1. DIOG. LAERT. IX 30 sgg. Leucippo nacque ad Elea; secondo certuni, ad Abdera; secondo altri, a Mileto.1* Fu scolaro di Zenone.
Egli afferma2* che le cose sono infinite di numero.3 e si trasformano le une nelle altre; e che l'universo consta di vuoto e di pieno. I mondi si formano per il penetrare4* di corpi [primi] nel vuoto ed il loro mutuo intrecciarsi; e dal movimento di questi, a seconda della quantità che se ne accumula, deriva la materia degli astri. Il sole gira intorno alla luna, quindi con un'orbita maggiore; la terra rimane sospesa [nell'aria], aggirandosi con moto vorticoso intorno al centro.5*La forma della terra è quella di un tamburo. Leucippo fu il primo e porre come princìpi delle cose gli atomi. Questa la sua dottrina per sommi capi; nei particolari, poi, essa si presenta come segue.
(31) Afferma che l'universo è infinito, come si è detto avanti; e che una parte di esso è il pieno e l'altra il vuoto, che egli chiama anche elementi. Perciò vi sono infiniti mondi 6*e si dissolvono poi in quegli elementi primordiali. E i mondi si generano così:7* molti corpi di ogni forma, mediante una netta separazione dallo spazio infinito,8*vengono portati in un grande vuoto e sono essi appunto che, raccolti insieme, producono un unico vortice, pel quale, urtandosi reciprocamente e muovendosi in giro in ogni senso, vengono a separarsi, i simili unendosi coi simili. Quando poi sono in equilibrio per la loro quantità e non possono più continuare a muoversi circolarmente, quelli minuti si espandono nel vuoto esteriore, come passati al vaglio, mentre tutti gli altri restano riuniti e intrecciandosi si stringono insieme e così formano un primo complesso che è sferico. (32) Questo distacca da sé una specie di membrana che contiene entro di sé corpi d'ogni genere: e, continuando questi (data la resistenza che trovano al centro) a girare intorno a vortice, la membrana esterna si assottiglia, perché i corpi in contatto che la compongono defluiscono da essa incessantemente, trascinati dal passaggio del vortice. E in questo modo si formò la terra, per il permanere insieme dei corpi che erano stati portati al centro. Ma anche quella specie di membrana che costituisce l'involucro si accresce di nuovo, a mano a mano che vi affluiscono i corpi provenienti dall'esterno; ed essendo trascinata anch'essa dal vortice, si appropria tutti i corpi con cui viene a contatto. Alcuni di questi, collegandosi, formano un aggregato9*che dapprima è umido e melmoso; essi poi, disseccandosi e venendo trascinati col vortice che trascina tutto il complesso e quindi incendiandosi, vengono a costituire la materia degli astri. (33) L'orbita del sole è la più esterna, quella della luna è la più vicina alla terra, mentre quelle dei rimanenti astri sono intermedie tra queste. E tutte le stelle s'infiammano per la velocità del loro movimento; il sole inoltre viene acceso dalle stelle; e la luna poi [ne] riceve fuoco in quantità ben piccola. Il sole e la luna subiscono eclissi [cfr. 68 A 89 a] <***. L'obliquità dello zodiaco dipende> dal fatto che la terra è inclinata verso sud;10*le regioni del nord sono sempre soggette alla neve, al freddo intenso e al gelo. Le eclissi del sole sono rare, quelle della luna invece frequenti, appunto perché sono diseguali le loro orbite. Come il mondo 11* ha processi di formazione, così anche accrescimenti, diminuzioni e processi di distruzione, secondo una necessità12* che egli non spiega quale propriamente sia.
67-78. ABDERITEN [II 70. 15 App.]

67 [54]. LEUKIPPOS

A. LEBEN UND LEHRE

A. 67 A 1. DIOG. IX 30 ff. Λεύκιππος Ἐλεάτης, ὡς δέ τινες, Ἀβδηρίτης, κατ' ἐνίους δὲ Μήλιος˙ οὗτος ἤκουσε Ζήνωνος.
[II 70. 20 App.] ἤρεσκε δ' αὐτῶι ἄπειρα εἶναι τὰ πάντα καὶ εἰς ἄλληλα μεταβάλλειν, τό τε πᾶν εἶναι κενὸν καὶ πλῆρες σωμάτων. τούς τε κόσμους γίνεσθαι σωμάτων εἰς τὸ κενὸν ἐμπιπτόντων καὶ ἀλλήλοις περιπλεκομένων˙ ἔκ τε τῆς κινήσεως κατὰ τὴν αὔξησιν αὐτῶν γίνεσθαι τὴν τῶν ἀστέρων φύσιν. φέρεσθαι δὲ τὸν ἥλιον ἐν μείζονι κύκλωι περὶ τὴν σελήνην˙ τὴν γῆν ὀχεῖσθαι περὶ τὸ μέσον δινουμένην. [II 70. 25 App.] σχῆμά τε αὐτῆς τυμπανῶδες εἶναι. πρῶτός τε ἀτόμους ἀρχὰς ὑπεστήσατο. 〈καὶ〉 κεφαλαιωδῶς μὲν ταῦτα˙ ἐπὶ μέρους δὲ ὧδε ἔχει. (31) τὸ μὲν πᾶν ἄπειρόν φησιν, ὡς προείρηται˙ τούτου δὲ τὸ μὲν πλῆρες εἶναι, τὸ δὲ κενόν, 〈ἃ〉 καὶ στοιχεῖά φησι. κόσμους τε ἐκ τούτου ἀπείρους εἶναι καὶ διαλύεσθαι εἰς ταῦτα. γίνεσθαι δὲ τοὺς κόσμους οὕτω˙ φέρεσθαι κατὰ ἀποτομὴν ἐκ τῆς ἀπείρου πολλὰ [II 70. 30] σώματα παντοῖα τοῖς σχήμασιν εἰς μέγα κενόν, ἅπερ ἀθροισθέντα δίνην ἀπεργάζεσθαι [II 71. 1 App.] μίαν, καθ' ἣν προσκρούοντα καὶ παντοδαπῶς κυκλούμενα διακρίνεσθαι χωρὶς τὰ ὅμοια πρὸς τὰ ὅμοια. ἰσορρόπων δὲ διὰ τὸ πλῆθος μηκέτι δυναμένων περιφέρεσθαι, τὰ μὲν λεπτὰ χωρεῖν εἰς τὸ ἔξω κενόν, ὥσπερ διαττώμενα˙ τὰ δὲ λοιπὰ συμμένειν καὶ περιπλεκόμενα συγκατατρέχειν ἀλλήλοις καὶ ποιεῖν πρῶτόν [II 71. 5App.] τι σύστημα σφαιροειδές. (32) τοῦτο δ' οἷον ὑμένα ἀφίστασθαι περιέχοντα ἐν ἑαυτῶι παντοῖα σώματα˙ ὧν κατὰ τὴν τοῦ μέσου ἀντέρεισιν περιδινουμένων λεπτὸν γενέσθαι τὸν πέριξ ὑμένα συρρεόντων ἀεὶ τῶν συνεχῶν κατ' ἐπίψαυσιν τῆς δίνης. καὶ οὕτω γενέσθαι τὴν γῆν, συμμενόντων τῶν ἐνεχθέντων ἐπὶ τὸ μέσον. αὐτόν τε πάλιν τὸν περιέχοντα οἷον ὑμένα αὔξεσθαι κατὰ τὴν ἐπέκκρισιν τῶν [II 71. 10App.] ἔξωθεν σωμάτων˙ δίνηι τε φερόμενον αὐτόν, ὧν ἂν ἐπιψαύσηι, ταῦτα ἐπικτᾶσθαι. τούτων δέ τινα συμπλεκόμενα ποιεῖν σύστημα, τὸ μὲν πρῶτον κάθυγρον καὶ πηλῶδες, ξηρανθέντα καὶ περιφερόμενα σὺν τῆι τοῦ ὅλου δίνηι, εἶτ' ἐκπυρωθέντα τὴν τῶν ἀστέρων ἀποτελέσαι φύσιν. (33) εἶναι δὲ τὸν τοῦ ἡλίου κύκλον ἐξώτατον, τὸν δὲ τῆς σελήνης προσγειότατον, τῶν ἄλλων μεταξὺ τούτων ὄντων. καὶ πάντα [II 71. 15App.] μὲν τὰ ἄστρα πυροῦσθαι διὰ τὸ τάχος τῆς φορᾶς, τὸν δὲ ἥλιον καὶ ὑπὸ τῶν ἀστέρων ἐκπυροῦσθαι˙ τὴν δὲ σελήνην τοῦ πυρὸς ὀλίγον μεταλαμβάνειν. ἐκλείπειν δὲ ἥλιον καὶ σελήνην 〈**. τὴν δὲ λόξωσιν τοῦ ζωιδιακοῦ γενέσθαι〉 τῶι κεκλίσθαι τὴν γῆν πρὸς μεσημβρίαν˙ τὰ δὲ πρὸς ἄρκτωι ἀεί τε νίφεσθαι καὶ κατάψυχρα εἶναι καὶ πήγνυσθαι. καὶ τὸν μὲν ἥλιον ἐκλείπειν σπανίως, τὴν δὲ σελήνην συνεχὲς [II 71. 20App.] διὰ τὸ ἀνίσους εἶναι τοὺς κύκλους αὐτῶν. εἶναί τε ὥσπερ γενέσεις κόσμου, οὕτω καὶ αὐξήσεις καὶ φθίσεις καὶ φθορὰς κατά τινα ἀνάγκην, ἣν ὁποία ἐστὶν 〈οὐ〉 διασαφεῖ.