[15] τελευτήσαντα δὴ αὐτὸν ἔθαψαν ἐντίμως οἱ Λαμψακηνοὶ καὶ ἐπέγραψαν (A. Pal. VII. 94)˙

ἐνθάδε, πλεῖστον ἀληθείας ἐπὶ τέρμα περήσας
οὐρανίου κόσμου, κεῖται Ἀναξαγόρας.

ἔστι καὶ ἡμῶν εἰς αὐτόν (A. Pal. VII. 95)˙

ἠέλιον πυρόεντα μύδρον ποτὲ φάσκεν ὑπάρχειν,
καὶ διὰ τοῦτο θανεῖν μέλλεν Ἀναξαγόρας˙
ἀλλ' ὁ φίλος Περικλῆς μὲν ἐρύσατο τοῦτον, ὁ δ' αὑτὸν
ἐξάγαγεν βιότου μαλθακίῃ σοφίης.

Γεγόνασι δὲ καὶ ἄλλοι τρεῖς Ἀναξαγόραι, ὧν ἐν οὐδενὶ πάντα, ἀλλ' ὁ μὲν ἦν ῥήτωρ, Ἰσοκράτειος˙ ὁ δ' ἀνδριαντοποιός, οὗ μέμνηται Ἀντίγονος˙ ἄλλος γραμματικὸς Ζηνοδότειος.

[15] I Lampsaceni lo seppellirono onorevolmente ed iscrissero sul suo sepolcro: 34*


Qui giace Anassagora, che, nella ricerca della verità, si spinse fino ai confini del cielo.

Vi è anche un nostro epigramma: 35*

Una volta Anassagora diceva che il sole è una massa incandescente di fuoco e per questo doveva morire; l'amico Pericle lo salvò dalla morte, ma egli si uccise di sua mano, con la tranquillità del saggio.

Vi furono anche altri tre dello stesso nome, in nessuno dei quali vi furono tutte le virtù di Anassagora, 36* ma uno fu retore della scuola di Isocrate; il secondo, scultore, menzionato da Antigono; 37* il terzo, grammatico, discepolo di Zenodoto.