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| 76 A 3. SEXT. EMP. adv. math. VII 140. Diotimo riferisce che secondo lui [Democrito] tre sono i criteri di giudizio: (1) i dati fenomenici, per la comprensione delle cose invisibili («i fenomeni infatti sono indizio visibile delle cose invisibili», come dice Anassagora [59 B 21 a], che Democrito loda per questo detto), (2) il concetto, per la ricerca scientifica («infatti su qualsiasi argomento, ragazzo mio, uno è sempre il punto di partenza, di sapere intorno a che cosa verte la ricerca» [PLAT. Phaedr. 237 B]), (3) le passioni, per quel che si deve desiderare o fuggire: perché ciò verso cui ci sentiamo attratti è da seguire, ciò da cui ci sentiamo respinti è da fuggire. | 76 A 3. SEXT. VII 140 Δ. δὲ τρία κατ' αὐτὸν [Demokrit, 68 A 111] ἔλεγεν εἶναι κριτήρια, (1) τῆς μὲν τῶν ἀδήλων καταλήψεως τὰ φαινόμενα ('ὄψις γὰρ τῶν ἀδήλων [II 250. 30] τὰ φαινόμενα', ὥς φησιν Ἀναξαγόρας [59 B 21 a], ὃν ἐπὶ τούτωι Δημόκριτος ἐπαινεῖ), (2) ζητήσεως δὲ τὴν ἔννοιαν ('περὶ παντὸς γάρ, ὦ παῖ, μία ἀρχὴ τὸ εἰδέναι περὶ ὅτου ἔστιν ἡ ζήτησις' [PLAT. Phaedr. 237 B]), (3) αἱρέσεως δὲ καὶ φυγῆς τὰ πάθη˙ τὸ μὲν γὰρ ὧι προσοικειούμεθα, τοῦτο αἱρετόν ἐστιν, τὸ δὲ ὧι προσαλλοτριούμεθα, τοῦτο φευκτόν ἐστιν. |