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Κεφ. δ'. ΑΡΧΕΛΑΟΣ [16] Αρχέλαος Ἀθηναῖος ἢ Μιλήσιος, πατρὸς Ἀπολλοδώρου, ὡς δέ τινες, Μίδωνος, μαθητὴς Ἀναξαγόρου, διδάσκαλος Σωκράτους. οὗτος πρῶτος ἐκ τῆς Ἰωνίας τὴν φυσικὴν φιλοσοφίαν μετήγαγεν Ἀθήναζε, καὶ ἐκλήθη φυσικός, παρὸ καὶ ἔληξεν ἐν αὐτῷ ἡ φυσικὴ φιλοσοφία, Σωκράτους τὴν ἠθικὴν εἰσαγαγόντος. ἔοικεν δὲ καὶ οὗτος ἅψασθαι τῆς ἠθικῆς.
καὶ γὰρ περὶ νόμων πεφιλοσόφηκε καὶ καλῶν καὶ δικαίων˙ παρ' οὗ λαβὼν Σωκράτης τῷ αὐξῆσαι εἰς τὸ ἄκρον εὑρεῖν ὑπελήφθη. ἔλεγε δὲ δύο αἰτίας εἶναι γενέσεως, θερμὸν καὶ ψυχρόν. καὶ τὰ ζῷα ἀπὸ τῆς ἰλύος γεννηθῆναι˙ καὶ τὸ δίκαιον εἶναι καὶ τὸ αἰσχρὸν οὐ φύσει ἀλλὰ νόμῳ. | Capitolo IV ARCHELAO [16] Archelao ateniese o milesio, figlio di Apollodoro o, secondo altri, di Midone, fu discepolo di Anassagora, maestro di Socrate. Egli per primo dalla Ionia introdusse in Atene la filosofia naturalistica 38* e fu chiamato il naturalista, in quanto in lui terminò la filosofia naturalistica; Socrate introdusse l'etica, benché sembri che ad Archelao non fosse estraneo un interesse per i problemi etici. Ché trattò l'interpretazione delle leggi, del bello e del giusto; Socrate, che sviluppò ed ampliò le sue concezioni etiche, fu poi considerato come inventore dell'etica. Egli sosteneva che due sono le cause del divenire, il caldo e il freddo; gli esseri viventi sono generati dalla melma; il giusto e il turpe non esistono per natura, bensì per convenzione. |