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75 A 5. CICER. de nat. d. I 26, 73. Ma questo filosofo platonico [Pamfilo] Epicuro lo disprezza in modo inverosimile: tanto gli preme non essere sospettato di aver mai appreso qualche cosa. Quanto a Nausifane democriteo, non ci scappa; ebbene egli, quantunque non neghi di essere stato alla sua scuola, ne fa strazio con ogni sorta di contumelie. E sì che uno si può chiedere: posto che non avesse imparato queste dottrine democritee, si può sapere che cosa aveva imparato? Che cosa c'è nella fisica di Epicuro che non derivi da Democrito? [cfr. CICER. de nat. d. I 33, 93]. | 75 A 5. CIC. d. nat. d. I 26, 73 sed hunc Platonicum [nämlich Pamphilos] mirifice contemnit Epicurus: ita metuit, ne quid umquam didicisse videatur. [II 246. 25App.] in Nausiphane Democriteo tenetur, quem cum a se non neget auditum, vexat tamen omnibus contumeliis. atqui si haec Democritea non audisset, quid audierat? quid est in physicis Epicuri non a Democrito? Vgl. ebenda 33, 93. |