SCRITTO

[Cfr. A 1 §§ 5-7, 12, 15, 16]

22 A 4. ARISTOT. rhet. Γ 5. 1407 b 11. In generale è necessario che lo scritto sia facile a leggersi e chiaro: i due requisiti fanno tutt'uno. E lo posseggono, tale requisito, le molte congiunzioni, mentre la loro scarsezza lo fa perdere, così come la difficoltà della punteggiatura, qual è quella degli scritti di Eraclito. Non è impresa da poco punteggiare gli scritti di Eraclito per il fatto che è oscura la collocazione della parola, se accanto a quella che precede o a quella che segue, come ad esempio proprio all'inizio del suo libro: dice infatti: «Di questo logos che è sempre gli uomini non hanno intelligenza» [B 1]; è oscuro infatti rispetto a quale parola debba essere punteggiato «sempre»6*. DEMETR. 192. La chiarezza consiste in più fattori: in primo luogo in parole appropriate, poi nei loro collegamenti; un costrutto slegato e spezzato rende oscuro il tutto. Non è chiaro infatti l'inizio di ciascun membro per la mancanza di connessione, come nel caso degli scritti di Eraclito, che la spezzettatura rende per lo più oscuri. DIOG. LAERT. II 22. Dicono che Euripide, dandogli il libro di Eraclito, chiedesse a Socrate: «Che te ne sembra?» e Socrate: «Ciò che ho capito è eccellente, e penso che lo sia anche ciò che non ho capito; ma forse bisognerebbe essere un tuffatore delio» [cfr. A 1, 15].

SCHRIFT

Vgl. A 1 §§ 5-7, 12. 15. 16

22 A 4. ARIST. Rhet. Γ 5. 1407b 11 ὅλως δὲ δεῖ εὐανάγνωστον εἶναι τὸ γεγραμμένον καὶ εὔφραστον˙ ἔστιν δὲ τὸ αὐτό˙ ὅπερ οἱ πολλοὶ σύνδεσμοι 〈ἔχουσιν, οἱ δ' ὀλίγοι〉 οὐκ ἔχουσιν οὐδ' ἃ μὴ ῥάιδιον διαστίξαι ὥσπερ τὰ Ἡρακλείτου. τὰ γὰρ [I 144.35 App.] Ἡρακλείτου διαστίξαι ἔργον διὰ τὸ ἄδηλον εἶναι, ποτέρωι πρόσκειται, τῶι ὕστερον ἢ τῶι πρότερον, οἷον ἐν τῆι ἀρχῆι αὐτοῦ τοῦ συγγράμματος˙ φησὶ γάρ 'τοῦ λόγου τοῦδ' ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι ἄνθρωποι γίγνονται'[B 1] ἄδηλον γὰρ τὸ ἀεὶ πρὸς ποτέρωι 〈δεῖ〉 διαστίξαι. DEMETR. 192 τὸ δὲ σαφὲς ἐν πλείοσιν˙ [I 145. 1 App.] πρῶτα μὲν ἐν τοῖς κυρίοις, ἔπειτα ἐν τοῖς συνδεδεμένοις˙ τὸ δὲ ἀσύνδετον καὶ διαλελυμένον ὅλον ἀσαφὲς πᾶν˙ ἄδηλος γὰρ ἡ ἑκάστου κώλου ἀρχὴ διὰ τὴν λύσιν, ὥσπερ τὰ Ἡρακλείτου˙ καὶ γὰρ ταῦτα σκοτεινὰ ποιεῖ τὸ πλεῖστον ἡ λύσις. DIOG. II 22. φασὶ δ' Εὐριπίδην αὐτῶι [Sokrates] δόντα τὸ Ἡρακλείτου σύγγραμμα [I 145. 5] ἐρέσθαι "τί δοκεῖ"; τὸν δὲ φάναι "ἃ μὲν συνῆκα, γενναῖα˙ οἶμαι δὲ καὶ ἃ μὴ συνῆκα: πλὴν Δηλίου γέ τινος δεῖται κολυμβητοῦ".