70 A 6. AËT. I 5, 4 [Dox. 292]. Metrodoro il maestro di Epicuro,2* afferma che sarebbe ugualmente assurdo che fosse nata una sola spiga in un vasto campo ed un solo mondo nell'infinito. Che i mondi invece siano infiniti di numero, risulta evidente in conseguenza dell'essere infinite le cause. Infatti, se il mondo è limitato, ma le cause da cui è stato prodotto questo mondo sono infinite nella loro totalità, è necessario che i mondi siano infiniti: giacché, dove sono infinite le cause, debbono bene essere infiniti anche gli effetti. E le cause sono o gli atomi o gli elementi. 70 A 6. AËT. I 5, 4 (D. 292) Μ. ὁ καθηγητὴς Ἐπικούρου [dieselbe Ungenauigkeit II 1, 3 unten S. 232, 5; vgl. ob. Z. 5] φησὶν ἄτοπον εἶναι ἐν μεγάλωι πεδίωι ἕνα στάχυν γενηθῆναι καὶ [II 231. 35 App.] ἕνα κόσμον ἐν τῶι ἀπείρωι. ὅτι δὲ ἄπειροι κατὰ τὸ πλῆθος, δῆλον ἐκ τοῦ ἄπειρα τὰ αἴτια εἶναι. εἰ γὰρ ὁ κόσμος πεπερασμένος, τὰ [II 232. 1] δ' αἴτια πάντα ἄπειρα, ἐξ ὧν ὅδε ὁ κόσμος γέγονεν, ἀνάγκη ἀπείρους εἶναι˙ ὅπου γὰρ τὰ αἴτια ἄπειρα, ἐκεῖ καὶ τἀποτελέσματα. αἴτια δὲ ἤτοι αἱ ἄτομοι ἢ τὰ στοιχεῖα.