75 A 7. SEXT. EMP. adv. math. I 2. [L'avversione di Epicuro contro gli studi liberali si spiega anche] con la sua inimicizia verso Nausifane, il discepolo di Pirrone: quegli infatti raccoglieva [alla sua scuola] parecchi giovani e si dedicava con zelo agli studi liberali e principalmente alla retorica [cfr. B 1-2]. Epicuro, dunque, essendo stato discepolo di lui, allo scopo di sembrare autodidatta e filosofo per naturale disposizione, negava assolutamente di essere scolaro di Nausifane, mentre si sforzava di cancellare la fama di lui e diveniva accanito accusatore delle discipline in cui quegli riponeva il suo vanto. Dice infatti nella lettera Ai filosofi di Mitilene [fr. 114]:

Io credo veramente che quegli spiriti gemebondi riterranno che io pure sia discepolo del mollusco, per averne sentito le lezioni in mezzo a un mucchio di giovani avvinazzati,
chiamando quivi 'mollusco' Nausifane nel significato di insensato; e ancora, proseguendo e movendo parecchie altre accuse a costui, allude ai progressi di lui nelle scienze con le parole seguenti:
Infatti era un uomo meschino e che si era dedicato a cose dalle quali è impossibile pervenire alla sapienza,
intendendo appunto gli studi liberali. VOLL. HERC. 1005 fr. 24, coll. alt. I 132 sgg. [brani della lettera di Epicuro Ai filosofi di Mitilene, riportati da Filodemo nell'opera Contro i (sofisti?)]. «[Si potrà credere] che io, prima di cominciare a filosofare, sia stato vittima delle gozzoviglie diurne di quell'uomo, il quale teneva lezioni su Anassagora ed Empedocle e continuamente spacciava ciarlatanerie su questi argomenti»; e ancora: «Colui che riuniva intorno a sé i mutilatori delle Erme [allusione ad Alcibiade, per colpire i platonico-peripatetici] a studiare secondo i princìpi di Democrito e Leucippo».

75 A 7. SEXT. adv. math. I 2 [II 247. 1App.] die Abneigung Epikurs gegen die Mathematik erklärt sich auch διὰ τὴν πρὸς Ναυσιφάνην τὸν Πύρρωνος ἀκουστὴν ἔχθραν˙ πολλοὺς γὰρ τῶν νέων συνεῖχε καὶ τῶν μαθημάτων σπουδαίως ἐπεμελεῖτο, μάλιστα δὲ ῥητορικῆς. γενόμενος οὖν τούτου μαθητὴς ὁ Ἐπίκουρος ὑπὲρ τοῦ δοκεῖν αὐτοδίδακτος [II 247. 5App.] εἶναι καὶ αὐτοφυὴς φιλόσοφος ἠρνεῖτο ἐκ παντὸς τρόπου, τήν τε περὶ αὐτοῦ φήμην ἐξαλείφειν ἔσπευδε, πολύς τε ἐγίνετο τῶν μαθημάτων κατήγορος ἐν οἷς ἐκεῖνος ἐσεμνύνετο. φησὶ γοῦν ἐν τῆι Πρὸς τοὺς ἐν Μυτιλήνηι φίλους ἐπιστολῆι [fr. 114 Us.] 'οἶμαι δὲ ἔγωγε τοὺς βαρυστόνους καὶ μαθητήν με δοξάζειν τοῦ πλεύμονος εἶναι μετὰ μειρακίων τινῶν κραιπαλώντων ἀκούσαντα', νῦν 'πλεύμονα' [II 247. 10App.] καλῶν τὸν Ναυσιφάνην ὡς ἀναίσθητον˙ καὶ πάλιν προβὰς πολλά τε κατειπὼν τἀνδρὸς ὑπεμφαίνει τὴν ἐν τοῖς μαθήμασιν αὐτοῦ προκοπὴν λέγων 'καὶ γὰρ πονηρὸς ἅνθρωπος ἦν καὶ ἐπιτετηδευκὼς τοιαῦτα, ἐξ ὧν οὐ δυνατὸν εἰς σοφίαν ἐλθεῖν', αἰνισσόμενος τὰ μαθήματα. - PAP. HERC. 1005 fr. 24 (verm. aus Epikurs Brief Πρὸς τοὺς ἐν Μυτιλήνηι φίλους) aus Philodem Πρὸς τοὺς 〈. . . . . . 〉 [II 247. 15App.] (Voll. Herc.coll. alt. I 132ff.) '〈αὐτοῦ〉 ταῖς ἡμερ〈οκ〉ωμίαις ἐν Τέωι συσχόμενος π〈ρὸ〉 τοῦ σοφιστεῦσαι, τοῦ τ' Ἀναξαγόρου ἀναγινώσκοντος καὶ Ἐμπεδοκλέους καὶ περὶ ταῦτα τερθρευομένου κατατεταμένως' ἢ πάλιν 'ὁ τοὺς Ἑρμοκοπίδας ἐν Τέωι συ〈σ〉τήσα〈ς κατὰ Δ〉ημόκριτον καὶ 〈Λεύκιπ〉πον πραγματευ〈ομένου ἀκουσομένους〉'.