4 B 7 [182]. [ERATOSTH.] catast. 32. Di Orione. Esiodo dice che nacque da Eriale, figlia di Minos, e da Posidone e che gli fu concesso il dono di camminare sulle onde come sulla terra. Essendo giunto a Chio, ebbro di vino, fece violenza a Merope, figlia di Enopione, ma questi, essendo venuto a conoscenza della cosa e non sopportando l'oltraggio, lo accecò e lo scacciò dalla regione. Giunto mendicando a Lemno, si unì ad Efesto, il quale provando per lui compassione gli fece dono di un suo servitore, di nome Cedalione, perché lo guidasse nel cammino. Presolo con sé, Orione lo trasportava sulle sue spalle e quello gli indicava la strada. Giunto ad oriente ed unitosi ad Elios è opinione che riacquistasse la vista; tornò così di nuovo da Enopione, per prendersi la sua vendetta. Ma questi fu dai suoi concittadini nascosto sotto terra. Avendo perso la speranza di ritrovarlo, se ne andò a Creta e passò il tempo cacciando le fiere in compagnia di Artemide e di Latona, promettendo, a quel che sembra, di sterminare tutte le fiere nate sulla terra. Adirata con lui, Gea suscitò uno scorpione di grandi dimensioni che lo colpì con il suo pungiglione e lo uccise. Onde per il suo coraggio Zeus lo collocò tra gli astri, onorato da Artemide e da Latona, e così egualmente collocò lo scorpione a ricordo loro e del fatto.
4 B 7 [182]. [ERATOSTH.] cat. 32 Ὠρίωνος. τοῦτον Ἡ. φησιν Εὐρυάλης τῆς Μίνωος καὶ Ποσειδῶνος εἶναι, δοθῆναι δὲ αὐτῶι δωρεάν, ὥστε ἐπὶ τῶν κυμάτων πορεύεσθαι καθάπερ ἐπὶ τῆς γῆς. ἐλθόντα δὲ αὐτὸν εἰς Χίον Μερόπην τὴν Οἰνοπίωνος βιάσασθαι οἰνωθέντα, [I 40. 10 App.] γνόντα δὲ τὸν Οἰνοπίωνα καὶ χαλεπῶς ἐνεγκόντα τὴν ὕβριν ἐκτυφλῶσαι αὐτὸν καὶ ἐκ τῆς χώρας ἐκβαλεῖν. ἐλθόντα δὲ εἰς Λῆμνον ἀλητεύοντα Ἡφαίστωι συμμῖξαι, ὃς αὐτὸν ἐλεήσας δίδωσιν αὐτῶι Κηδαλίωνα τὸν αὑτοῦ [οἰκεῖον] οἰκέτην, ὅπως ὁδηγῆι [καὶ ἡγῆται αὐτοῦ]˙ ὃν λαβὼν ἐπὶ τῶν ὤμων ἔφερε σημαίνοντα τὰς ὁδούς˙ ἐλθὼν [I 40. 15 App.] δ' ἐπὶ τὰς ἀνατολὰς καὶ Ἡλίωι συμμίξας δοκεῖ ὑγιασθῆναι καὶ οὕτως ἐπὶ τὸν Οἰνοπίωνα ἐλθεῖν πάλιν, τιμωρίαν αὐτῶι ἐπιθήσων˙ ὁ δὲ ὑπὸ τῶν πολιτῶν ὑπὸ γῆν ἐκέκρυπτο. ἀπελπίσας δὲ τὴν ἐκείνου ζήτησιν ἀπῆλθεν εἰς Κρήτην καὶ περὶ τὰς θήρας διῆγε κυνηγετῶν τῆς Ἀρτέμιδος παρούσης καὶ τῆς Λητοῦς, καὶ δοκεῖ ἀπειλήσασθαι ὡς πᾶν [I 40. 20 App.] θηρίον ἀνελεῖν τῶν ἐπὶ τῆς γῆς γιγνομένων˙ θυμωθεῖσα δὲ αὐτῶι Γῆ ἀνῆκε σκορπίον εὐμεγέθη, ὑφ' οὗ τῶι κέντρωι πληγεὶς ἀπώλετο˙ ὅθεν διὰ τὴν αὐτοῦ ἀνδρίαν ἐν τοῖς ἄστροις αὐτὸν ἔθηκεν ὁ Ζεὺς ὑπὸ Ἀρτέμιδος καὶ Λητοῦς ἀξιωθείς, ὁμοίως καὶ τὸ θηρίον τοῦ εἶναι μνημόσυνον 〈αὐτῶν〉 καὶ τῆς πράξεως.