67 A 13. SIMPLIC.phys. 925, 10. Quelli41* che hanno abbandonato la divisione all'infinito, per la ragione che noi non possiamo dividere all'infinito e assicurare per questa via la continuazione indefinita della divisione, dicono che i corpi sono costituiti di elementi indivisibili e si decompongono poi in questi indivisibili. Tranne che, mentre Leucippo e Democrito reputano che la causa dell'indivisibilità dei corpi primi sia non soltanto l'inalterabilità ma anche la loro piccolezza e l'esser privi di parti, Epicuro [fr. 268] più tardi non ammise che i corpi primi fossero privi di parti e disse ch'essi sono indivisibili soltanto per la inalterabilità. E Aristotele confutò in molti luoghi l'opinione di Leucippo e Democrito, e forse proprio per effetto di quelle confutazioni relative alla mancanza di parti nei corpi primi, Epicuro, che venne dopo e che aderiva alla concezione atomistica42* di Leucippo e Democrito, mantenne agli atomi l'inalterabilità, ma negò loro l'assenza di parti, ammettendo che, per quest'ultima, Leucippo e Democrito erano stati confutati da Aristotele. 67 A 13. SIMPL. Phys. 925, 10 οἱ δὲ τῆς ἐπ' ἄπειρον τομῆς ἀπεγνωκότες, ὡς οὐ δυναμένων ἡμῶν ἐπ' ἄπειρον τεμεῖν καὶ ἐκ τούτου πιστώσασθαι τὸ ἀκατάληκτον [II 75. 5App.] τῆς τομῆς, ἐξ ἀδιαιρέτων ἔλεγον ὑφεστάναι τὰ σώματα καὶ εἰς ἀδιαίρετα διαιρεῖσθαι. πλὴν ὅτι Λ. μὲν καὶ Δημόκριτος οὐ μόνον τὴν ἀπάθειαν αἰτίαν τοῖς πρώτοις σώμασι τοῦ μὴ διαιρεῖσθαι νομίζουσιν, ἀλλὰ καὶ τὸ σμικρὸν καὶ ἀμερές, Ἐπίκουρος [fr. 268 Us.] δὲ ὕστερον ἀμερῆ μὲν οὐχ ἡγεῖται, ἄτομα δὲ αὐτὰ διὰ τὴν ἀπάθειαν εἶναί φησι. καὶ πολλαχοῦ μὲν τὴν Λευκίππου καὶ Δημοκρίτου δόξαν [II 75. 10App.] ὁ Ἀριστοτέλης διήλεγξεν, καὶ δι' ἐκείνους ἴσως τοὺς ἐλέγχους πρὸς τὸ ἀμερὲς ἐνισταμένους ὁ Ἐπίκουρος ὕστερον μὲν γενόμενος, συμπαθῶν δὲ τῆι Λευκίππου καὶ Δημοκρίτου δόξηι περὶ τῶν πρώτων σωμάτων, ἀπαθῆ μὲν ἐφύλαξεν αὐτά, τὸ δὲ ἀμερὲς αὐτῶν παρείλετο, ὡς διὰ τοῦτο ὑπὸ τοῦ Ἀριστοτέλους ἐλεγχομένων.