29 A 14. ARISTOT. soph. el. 10. 170 b 19. Se si ritiene, sia da parte dell'interrogante che dell'interrogato, che un nome che ha più significati ne abbia uno solo - l'essere e l'uno, per esempio, hanno certo molti significati, ma sia l'interrogato che Zenone interrogante pongono la questione pensando che ne abbiano uno solo e il risultato del discorso è che tutto è uno -, in questo caso il discorso segue tanto la parola quanto il pensiero. Cfr. PLAT. soph. 217 C; di qui DIOG. LAERT III 48. Il primo a scrivere dialoghi dicono che sia stato Zenone eleata; Aristotele invece, nel primo libro del Sui poeti [fr. 55 Rose] dice Alessandro di Stiria o di Teo [cfr. ATHEN. V 505 B; OLYMPIOD. proleg. V, in fine]. 29 A 14. ARISTOT. Soph. el. 10. 170b 19 [I 250. 40 App.] εἰ δή τις πλείω σημαίνοντος τοῦ ὀνόματος οἴοιτο ἓν σημαίνειν καὶ ὁ ἐρωτῶν καὶ ὁ ἐρωτώμενος, οἷον ἴσως τὸ ὂν ἢ τὸ ἓν πολλὰ σημαίνει, ἀλλὰ καὶ ὁ ἀποκρινόμενος καὶ ὁ ἐρωτῶν Ζήνων ἓν οἰόμενος εἶναι ἠρώτησε, [I 251. 1] καὶ ἔστιν ὁ λόγος ὅτι ἓν πάντα, οὗτος πρὸς τοὔνομα ἔσται ἢ πρὸς τὴν διάνοιαν τοῦ ἐρωτωμένου διειλεγμένος. Vgl. PLATO Soph. 217 C. Daraus DIOG. III 48 διαλόγους τοίνυν φασὶ πρῶτον γράψαι Ζήνωνα τὸν Ἐλεάτην, Ἀριστοτέλης δ' ἐν πρώτωι Περὶ ποιητῶν [fr. 55] Ἀλεξαμενὸν Στυρέα ἢ Τήιον. [I 251. 5 App.] Vgl. A 10 u. ATHEN. V p. 505 B.