TESTIMONIANZE DI CARATTERE ROMANZESCO

68 A 14. PHILO de prov. II 13, 52. E il secondo [con Anassagora] è Democrito: ricco e possessore di molti beni di fortuna, poiché era nato di famiglia illustre, ma tutto preso dal desiderio della sapienza, allontanò da sé quella ricchezza cieca e odiosa che suole toccare ai malvagi ed ai vili; e si procurò invece quella che non è cieca e che è costante, perché adusata a stare soltanto coi buoni. Proprio a cagione di questo fu creduto un sovvertitore di tutte le leggi patrie e reputato una specie di spirito perverso, tanto da correre il rischio di esser privato anche della sepoltura in base alla legge vigente presso gli Abderiti, secondo la quale si doveva lasciare insepolto colui che non avesse osservato le leggi patrie. E davvero a Democrito sarebbe toccato questo, se non avesse ottenuto indulgenza per la benignità che usò verso di lui Ippocrate di Coo: giacché, in fatto di dottrina, erano emuli l'uno dell'altro. Inoltre, tra le sue opere famose, quella che s'intitola Grande Cosmologia fu stimata cento talenti attici, e, a detta di alcuni, anche più di trecento talenti [cfr. A 1, 39-40].
ROMAN

68 A 14. PHILO de prov. II 13, 52 D. autem alter [neben Anaxagoras, vgl. Z. 31] opulentus et possessor multorum, eo quod ortus esset ex [II 86. 20] illustri familia, desiderio sapientiae familiarissimae deditus caecam invisamque opulentiam quae pravis et vilibus tribui consuevit inhibuit eam vero quae haud caeca est ac constans eo quod cum bonis solis assuescat acquisivit. propterea universas patriae leges dimovere visus est et quasi malus genius reputatus, ita ut periclitatus fuerit ne sepulcro ipso privaretur ob legem [II 86. 25] apud Abderitas vigentem quae insepultum proiciendum statuebat qui patrias leges non observasset. id sane subeundum erat Democrito, nisi misericordiam sortitus esset benignitate, quam ergo eum habuit Hippocrates Cous aemulatores enim sapientiae inter se erant. porro ex suis operibus celebratis quod appellatur Magnus diacosmus centum, ut nonnulli dicunt adhuc amplius [II 86. 30 App.] Atticis talentis ccc, aestimatum fuit. Vgl. A 1, §§ 39-40.