60 A 16 a. SENEC. nat. quaest. VI 12, 1 sgg. Archelao, indagatore diligente dell'antichità, dice così: «I venti si portano in una zona avvallata, poi, quando ormai tutto lo spazio è colmo e l'aria si è addensata per quanto ha potuto, la corrente che sopravviene comprime quella che già c'è e l'urta dapprima e la spinge con colpi frequenti, poi la sconvolge: quella allora, cercando una via d'uscita, scuote tutte le strettoie e tenta di spezzare i suoi impedimenti; di qui la terra è scossa a causa del vento che si dibatte e tenta di fuggire. Pertanto, quando sta per venire un terremoto, si nota in precedenza calma e tranquillità d'aria, ovviamente perché la forza che suole scuotere i venti, è trattenuta in basso». 60 A 16 a. SENEC.Quaest. nat. VI 12, 1 ff. A. antiquitatis diligens ait ita venti in concava terrarum deferuntur; deinde, ubi iam omnia spatia plena sunt et in quantum aer potuit densatus est, is qui supervenit spiritus priorem premit et elidit ac frequentious plagis primo cogit, deinde proturbat; tunc [II 47. 30 App.] ille quaerens locum omnes augustias dimovet et claustra sua conatur effringere: sic evenit ut terrae spiritu luctante et fugam quaerente moveantur. itaque cum terrae motus futurus est, praecedit aeris tranquillitas et quies, videlicet quia vis spiritus quae concitare ventos solet, in inferna sede retinetur'.