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28 B 18. CAEL. AURELIAN. morb. chron. IV 9 p. 116. Parmenide nei libri che scrisse Sulla natura dice che talora nascono, per quanto avviene nella concezione, uomini molli e fiacchi. Siccome il suo è un epigramma greco lo renderò pure in versi. Li ho composti latini in maniera simile per quanto ho potuto, perché non si mescolasse la natura delle lingue: «Quando...». Il suo parere è dunque che il seme oltre le materie abbia delle virtù che se si mescolano in modo da formare una virtù sola del medesimo corpo, generano una volontà congrua al sesso; se invece, mescolato il seme corporeo, le virtù rimangono separate, ne viene ai nati cupidigia dell'una e dell'altra venere. Quando la femmina e il maschio mescolano insieme i semi venerei, la forza che si forma nelle vene dal diverso sangue se ritiene un'opportuna mescolanza plasma corpi ben formati. Se invece le forze pugnano, quando i semi siano mescolati, e non formano un'unità nella mescolanza corporea, acerbamente tormenteranno il nascente sesso mediante il duplice seme. | 28 B 18 [150-155 K., 143-148 St.]. 1-6 CAEL. AURELIANUS Morb. chron. IV 9 p. 116 Sichard. (Bas. 1529) Parmenides libris quos de natura scripsit, eventu inquit conceptionis molles aliquando seu subactos homines generari. cuius quia graecum est epigramma, et hoc versibus intimabo. [I 245. 1 App.] latinos enim ut potui simili modo composui, ne linguarum ratio misceretur. "femina ... sexum". vult enim seminum praeter materias esse virtutes (vgl. δυνάμεις B 9, 2), quae si se ita miscuerint, ut eiusdem corporis faciant unam, congruam sexui generent voluntatem; si autem permixto semine [I 245. 5 App.] corporeo virtutes separatae permanserint, utriusque veneris natos adpetentia sequatur. femina virque simul Veneris cum germina miscent, venis informans diverso ex sanguine virtus temperiem servans bene condita corpora fingit. [I 245. 10 App.] nam si virtutes permixto semine pugnent nec faciant unam permixto in corpore, dirae nascentem gemino vexabunt semine sexum. |