70 A 21. AËT. III 15, 6 [Dox. 380; terremoti]. Metrodoro afferma che nessun corpo che si trovi nel luogo suo proprio si muove, se non c'è nessuno che lo spinga fuori o lo scrolli con la forza. Per la qual cosa neppure la terra si muove, come quella che è situata nel suo luogo naturale, bensì certi luoghi di essa <* * *> ritornano verso altri. SENEC. nat. quaest. VI 19, 1-2. E' necessario che ascoltiamo Metrodoro di Chio... che dice egli dunque? Come quando si canta entro la bocca di un vaso, la voce corre rapida per tutto il recipiente con una certa vibrazione e vi risuona, e, benché emessa leggermente, tuttavia va aggirandosi non senza scuotimento e rimbombo del recipiente ov'è rinchiusa, così la vastità delle caverne che si addentrano sotto il suolo contiene la sua propria aria che, non appena viene percossa da altra aria sopraggiungente dall'alto, ne viene agitata in modo non dissimile da come risuonano quei recipienti vuoti, su menzionati, per un clamore che si produca nel loro interno. 70 A 21. AËT. III 15, 6 (D. 380; Erdbeben) Μ. μηδὲν ἐν τῶι οἰκείωι τόπωι σῶμα κινεῖσθαι, εἰ μή τις προώσειεν ἢ καθελκύσειε κατ' ἐνέργειαν. διὸ μηδὲ τὴν γῆν [II 233. 5 App.] ἅτε δὴ κειμένην φυσικῶς κινεῖσθαι, τόπους δέ τινας αὐτῆς *** νοστεῖν τοῖς ἄλλοις. SENEC. N. quaest. VI 19, 1. 2 Metrodorum Chium ... audiamus ... dicit "quomodo cum in dolii cantant os, vox illa per totum cum quadam discussione percurrit ac resonat et tam leviter mota tamen circumit non sine tactu eius tumultuque, quo inclusa est: sic speluncarum sub terra [II 233. 10] pendentium vastitas habet aera suum, quem simul alius superne incidens percussit, agitat non aliter quam illa, de quibus paulo ante retuli, inania indito clamore sonuerunt".