29 A 2323*. SIMPLIC. phys. 134, 2. Dice che alcuni hanno ceduto all'uno e all'altro argomento, a quello già citato di Parmenide e a quello di Zenone... che volle portare aiuto al ragionamento di Parmenide contro coloro che impresero a metterlo in ridicolo dicendo che se l'essere è uno il ragionamento viene a sboccare a molte e ridicole conclusioni e contrarie al ragionamento stesso. La difesa di Zenone consistette in questo, nel provare che la loro ipotesi che dice: «L'essere è molteplice», quando venga sviluppata convenientemente, è soggetta a conseguenze ancora più ridicole che non l'ipotesi dell'unità dell'essere. [PLUTARCH.] strom. 5 [Dox. 581]. Zenone l'eleata di proprio non espose nulla, ma sollevò su questo argomento nuove aporie [AËT. IV 9, 1; cfr. 28 A 49]. 29 A 23. SIMPL. Phys. 134, 2 (zu Ar. A 3. 187a 1) ἐνίους φησὶν ἀμφοτέροις ἐνδοῦναι τοῖς λόγοις, τῶι τε εἰρημένωι τοῦ Παρμενίδου καὶ τῶι τοῦ Ζήνωνος, ὃς βοηθεῖν [I 253. 1 App.] ἐβούλετο τῶι Παρμενίδου λόγωι πρὸς τοὺς ἐπιχειροῦντας αὐτὸν κωμωιδεῖν, ὡς εἰ ἕν ἐστι, πολλὰ καὶ γελοῖα συμβαίνει λέγειν τῶι λόγωι καὶ ἐναντία αὑτῶι, δεικνὺς ὁ Ζ. ὡς ἔτι γελοιότερα πάσχοι ἂν αὐτῶν ἡ ὑπόθεσις ἡ λέγουσα "πολλά ἐστιν" ἤπερ ἡ τοῦ ἓν εἶναι, εἴ τις ἱκανῶς ἐπεξίοι. [PLUT.] Strom. 5 [D. 581 hinter Parmenides] [I 253. 5 App.] Ζ. δὲ ὁ Ἐλεάτης ἴδιον μὲν οὐδὲν ἐξέθετο, διηπόρησεν δὲ περὶ τούτων ἐπὶ πλεῖον. AËT. IV 9, 1. Vgl. 28 A 49.