[22] Ῥοδίου δέ τινος καλοῦ καὶ πλουσίου ἄλλως δὲ μηδέν, προσκειμένου αὐτῷ, μὴ βουλόμενος ἀνέχεσθαι, πρῶτον μὲν ἐπὶ τὰ κεκονιμένα τῶν βάθρων ἐκάθιζεν αὐτόν, ἵνα μολύνῃ τὴν χλανίδα˙ ἔπειτα εἰς τὸν τῶν πτωχῶν τόπον, ὥστε συνανατρίβεσθαι τοῖς ῥάκεσιν αὐτῶν˙ καὶ τέλος ἀπῆλθεν ὁ νεανίσκος. πάντων ἔλεγεν ἀπρεπέστατον εἶναι τὸν τῦφον, καὶ μάλιστα ἐπὶ τῶν νέων. μὴ τὰς φωνὰς καὶ τὰς λέξεις ἀπομνημονεύειν, ἀλλὰ περὶ τὴν διάθεσιν τῆς χρείας τὸν νοῦν ἀσχολεῖσθαι, μὴ ὥσπερ ἕψησίν τινα ἢ σκευασίαν ἀναλαμβάνοντας. δεῖν τ' ἔλεγε τοὺς νέους πάσῃ κοσμιότητι χρῆσθαι ἐν πορείᾳ καὶ σχήματι καὶ περιβολῇ˙ συνεχές τε προεφέρετο τοὺς ἐπὶ τοῦ Καπανέως Εὐριπίδου στίχους, ὅτι βίος μὲν ἦν αὐτῷ (Suppl. 8613)



ἥκιστα δ' ὄλβῳ γαῦρος ἦν, φρόνημα δὲ
οὐδέν τι μεῖζον εἶχεν ἢ πένης ἀνήρ.

[22] Insistendo uno di Rodi bello e ricco, ma per il resto una nullità assoluta, di diventare suo alunno, Zenone che non voleva ammetterlo, prima lo fece sedere sui gradini sporchi di polvere perché s'insudiciasse l'elegante veste (clanide), poi nel luogo destinato ai poveri, sì che potesse stropicciarsi con i loro cenci. Alla fine, il giovinetto andò via. Diceva che la cosa più sconveniente 46* di tutte è la lussuria, specialmente nei giovani. Diceva anche che non dobbiamo ricordare le parole e le espressioni, ma dobbiamo esercitare la mente a cogliere l'utilità di ciò che ascoltiamo, invece di gustare per così dire un cibo ben cotto o ben imbandito. Era solito dire che i giovani devono essere esemplarmente corretti e dignitosi nel camminare, nel portamento, nell'abito. Citava continuamente i versi euripidei su Capaneo: 47*

Non inorgogliva affatto per la sua ricchezza, e i suoi pensieri erano così umili come quelli di un uomo povero.