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12 A 28. AMMIAN. MARC. XVII 7, 12 [a proposito di terremoti]. Anassimandro sostiene che la terra, inaridita dall'eccessiva siccità dell'estate o dopo l'umidità delle piogge, si apre in grosse voragini, entro le quali penetra l'aria dall'alto con gagliarda violenza, per cui, sconquassata dalle tremende correnti d'aria così infiltratesi, è sconvolta dalle fondamenta. Per questa causa siffatte scosse càpitano o nei periodi di caldo o di eccessiva abbondanza di pioggia. Perciò gli antichi poeti e teologi dettero a Nettuno, che rappresenta la potenza dell'elemento umido, gli attributi di Ennosigeo e di Sisichtone [scuotitore della terra]. | 12 A 28. AMMIAN. XVII 7, 12 (Erdbeben, vgl. A 5a) Anaximander ait arescentem nimia aestuum siccitate aut post madores imbrium terram rimas pandere grandiores, quas penetrat supernus aer violentus et nimius, ac [I 88. 25 App.] per eas vehementi spiritu quassatam cieri propriis sedibus. qua de causa tremores huius modi vaporatis temporibus aut nimia aquarum caelestium superfusione contingunt. ideoque Neptunum, umentis substantiae potestatem, Ennosigaeon et Sisicthona poetae veteres et theologi nuncuparunt. |