68 A 28. ANON. LONDIN. 37, 34 sgg. E a tal proposito [Asclepiade]19* dice che corre questo racconto: che Democrito, astenutosi dal cibo per quattro giorni, era già prossimo a morire e che fu esortato da alcune donne a voler restare in vita ancora qualche giorno, ed egli, perché non venissero loro interrotte incresciosamente le Tesmoforie che si celebravano proprio in quei giorni, ordinò ad esse di trasportarlo o di collocarlo vicino ai pani, i quali riempivano il luogo di una esalazione continua; e così Democrito, aspirando l'esalazione proveniente dal forno, riacquistò le forze e sopravvisse quanto bastava. CAEL. AURELIAN. morb. acut. II 37. Si impregni d'aceto della polenta e del pane abbrustolito, o si prendano pomi cotogni o mirti o qualcosa di simile. Tutte queste sostanze, infatti, mantengono al corpo la forza anche se essa è quasi distrutta dallo sfinimento, come ci è confermato dalla scienza e anche dall'esempio, notissimo, di Democrito che protrasse in tal modo il morire. 68 A 28. ANON. LONDIN. 37, 34 ff. κἀνταῦθά φησιν [Asklepiades], ὡς λόγος ἔχει Δημόκριτον ἀσιτήσαντα τέσσαρας ἡμέρας πρὸς τῶι ἀναιρεῖσθαι γίνεσθαι καὶ [II 89. 25 App.] αὐτὸν παρακληθέντα πρός τινων γυναικῶν ἐπιμεῖναι ἡμέρας τινὰς ἐν τῶι βίωι, καὶ ἵνα μὴ γένωνται ταύταις δυστυχῶς τὰ κατὰ κείνους τοὺς χρόνους Θεσμοφόρια λελυμένα, φασὶν αὑτὸν ἀπαλλάττειν κελεῦσαι, καθίζειν δὲ πρὸς τοὺς ἄρτους, καὶ τούτους καταπνεῖν ἀτμὸν τὸν γινόμενον. καὶ ὁ Δ. ἀποσπασάμενος τὸν ἀπὸ τοῦ ἰπνοῦ ἀτμὸν ῥώννυταί τε τὰς δυνάμεις καὶ ἐπιβιοῖ τὸ λοιπόν. CAELIUS. AURELIAN. Acut. morb. II 37 [II 89. 30 App.] sit igitur polenta infusa atque panis assus aceto infusus vel mala cydonia aut myrta et his similia. haec enim defectu extinctam corporis fortitudinem retinent, sicut ratio probat atque Democriti dilatae mortis exemplum fama vulgatum.