31 A 29. PLAT. soph. 242 C-D. Mi pare che ciascuno ci racconti come una favola, quasi fossimo fanciulli; e l'uno che tre sono gli esseri, e che di questi alcuni si azzuffano talvolta tra loro, e talora, conciliatisi, fanno nozze e figli e allevano la prole; e un altro invece, dicendo che sono due, l'umido e il secco, o il caldo e il freddo, li congiunge e li sposa [cfr. 60 A 4?]; mentre la famiglia nostra eleatica, che prende le mosse da Senofane e anche prima [cfr. 1 B 6. Phil. 16 C-D], come se un solo essere fossero tutte le cose che hanno nome, conformemente procede favoleggiando. Le muse ioniche e certe muse Siciliane, infine, riconobbero che è più sicuro intrecciare l'uno all'altro, e dissero che ciò che è, è insieme molti e uno, ed unito lo tengono la Contesa e l'Amicizia. Perché «il discorde sempre è concorde» dicono le muse più saldamente intonate [22 B 10]; le altre, più molli, questa eterna armonia rilassano e dicono invece che in alterna vicenda il tutto talora è uno ed amico per opera di Afrodite, talora è molti ed esso stesso in guerra con sé, per causa di una certa Contesa [31 B 17]. 31 A 29. PLAT. Soph. 242 CD μῦθόν τινα ἕκαστος φαίνεταί μοι διηγεῖσθαι παισὶν ὡς οὖσιν ἡμῖν, ὁ μὲν ὡς τρία τὰ ὄντα, πολεμεῖ δὲ ἀλλήλοις ἐνίοτε αὐτῶν ἄττα [I 288. 10 App.] πηι, τοτὲ δὲ καὶ φίλα γιγνόμενα γάμους τε καὶ τόκους καὶ τροφὰς τῶν ἐκγόνων παρέχεται. δύο δὲ ἕτερος εἰπών, ὑγρὸν καὶ ξηρὸν ἢ θερμὸν καὶ ψυχρόν, συνοικίζει τε αὐτὰ καὶ ἐκδίδωσι [vgl. 60 A 4?]. τὸ δὲ παρ' ἡμῶν Ἐλεατικὸν ἔθνος, ἀπὸ Ξενοφάνους τε καὶ ἔτι πρόσθεν ἀρξάμενον [vgl. 1 B 6. PLAT. Phil. p. 16 CD], ὡς ἑνὸς ὄντος τῶν πάντων καλουμένων οὕτω διεξέρχεται τοῖς μύθοις. Ἰάδες δὲ καὶ Σικελαί [I 288. 15] τινες ὕστερον Μοῦσαι [Heraklit und Empedokles] ξυνενόησαν, ὅτι συμπλέκειν ἀσφαλέστατον ἀμφότερα καὶ λέγειν, ὡς τὸ ὂν πολλά τε καὶ ἕν ἐστιν, ἔχθραι δὲ καὶ φιλίαι συνέχεται. "διαφερόμενον γὰρ ἀεὶ ξυμφέρεται", φασὶν αἱ συντονώτεραι τῶν Μουσῶν [22 B 10], αἱ δὲ μαλακώτεραι τὸ μὲν ἀεὶ ταῦθ' οὕτως ἔχειν ἐχάλασαν, ἐν μέρει δὲ τοτὲ μὲν ἓν εἶναί φασι τὸ πᾶν καὶ φίλον ὑπ' Ἀφροδίτης, τοτὲ δὲ πολλὰ [I 288. 20 App.] καὶ πολέμιον αὐτὸ αὑτῶι διὰ Νεῖκός τι [31 B 17].