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59 A 39. VITRUV. VII praef. 11. Per la prima volta in Atene, dovendo Eschilo rappresentare una tragedia, Agatarco fece una scena e ne lasciò memoria. Spinti da ciò Democrito e Anassagora scrissero sullo stesso argomento, come cioè, stabilito un punto fisso quale centro, le linee rispondano alla capacità degli occhi e alla direzione dei raggi secondo il rapporto che c'è in natura, in modo che immagini vere create con cose non vere rendano nell'allestimento scenico l'apparenza di case, e quelle cose che sono raffigurate su pareti piane o diritte appaiano talune rientranti, altre sporgenti. | 59 A 39. VITRUV. VII 11 [II 14. 35] primum Agatharchus Athenis Aeschylo docente tragoediam scaenam fecit et de ea commentarium reliquit. ex eo moniti [II 15. 1] Democritus [68 B IX 4] et A. de eadem re scripserunt, quemadmodum oporteat ad aciem oculorum radiorumque extentionem certo loco centro constituto lineas ratione naturali respondere, uti de incerta re certae imagines aedificiorum in scaenarum picturis redderent speciem et quae in directis planisque [II 15. 5 App.] frontibus sint figurata alia abscedentia alia prominentia esse videantur. |