Κεφ. ε'.

ΚΡΑΝΤΩΡ

[24] Κράντωρ Σολεὺς θαυμαζόμενος ἐν τῇ ἑαυτοῦ πατρίδι ἀπῆρεν εἰς Ἀθήνας καὶ Ξενοκράτους διήκουσε Πολέμωνι συσχολάζων. καὶ κατέλιπεν ὑπομνήματα εἰς μυριάδας στίχων τρεῖς, ὧν τινά τινες Ἀρκεσιλάῳ προσάπτουσι. φασὶ δὲ αὐτὸν ἐρωτηθέντα τίνι θηραθείη ὑπὸ Πολέμωνος, εἰπεῖν τῷ μήτ' ὀξύτερον μήτε βαρύτερον ἀκοῦσαι φθεγγομένου. οὗτος νοσήσας εἰς τὸ Ἀσκληπιεῖον ἀνεχώρησε κἀκεῖ περιεπάτει˙ οἱ δὲ πανταχόθεν προσῄεσαν αὐτῷ, νομίζοντες οὐ διὰ νόσον, ἀλλὰ βούλεσθαι αὐτόθι σχολὴν συστήσασθαι. ὧν ἦν καὶ Ἀρκεσίλαος θέλων ὑπ' αὐτοῦ συστῆναι Πολέμωνι, καίπερ ἐρῶντος, ὡς ἐν τῷ περὶ Ἀρκεσιλάου λέξομεν.

Capitolo V

CRANTORE

[24] Crantore di Soli, pur ammirato nella sua patria, si trasferì tuttavia ad Atene ed ebbe come compagno di scuola Polemone, come maestro Senocrate. Lasciò commentari per un'estensione di trentamila linee, alcuni dei quali sono da taluno attribuiti ad Arcesilao. Si narra che quando gli fu chiesto da quale qualità di Polemone fosse stato attratto rispose: «Dalla sua voce che udii sempre uguale, né più alta né più bassa». 50* Costui ammalatosi si ritirò nel tempio di Asclepio ed ivi passeggiava: accorsero a lui da ogni parte, credendo che non si trovasse lì per malattia, ma perché voleva fondarvi una scuola. Tra loro vi era anche Arcesilao che voleva essere da lui raccomandato a Polemone, nonostante il loro rapporto amoroso, come diremo nella Vita di Arcesilao. 51*