68 A 43. DIONYS. [vescovo di Alessandria] ap. EUSEB. praep. evang. XIV 23, 2-3. Gli uni, i quali danno il nome di atomi a corpi indistruttibili estremamente piccoli e infiniti di numero e presuppongono l'esistenza di uno spazio vuoto di grandezza illimitata, dicono che questi atomi si muovono come càpita nel vuoto e s'incontrano casualmente pel loro impeto disordinato e si collegano perché, per la loro varietà di figure, s'impigliano gli uni negli altri: così formano il mondo e tutto ciò che vi è nel mondo, o meglio infiniti mondi. Professarono questa dottrina Epicuro e Democrito; discordarono però su questo punto, che Epicuro reputò piccolissimi tutti gli atomi e perciò assolutamente impercettibili, mentre Democrito suppose che vi fossero anche atomi grandissimi. Ma l'uno e l'altro affermarono che esistono gli atomi e che sono così denominati per la loro solidità inscindibile.
Cfr. EPIC. I 55 p. 15,12. Ma non bisogna neppur credere che negli atomi ci possano essere tutte le grandezze, se non si vuole andar contro l'attestazione dei fenomeni; che vi siano però delle differenze di grandezza [tra gli atomi] è da ammettere.
68 A 43. DIONYS. bei EUS. P. E. XIV 23, 2-3 οἱ μὲν γὰρ ἀτόμους προσειπόντες ἄφθαρτά τινα καὶ σμικρότατα σώματα πλῆθος ἀνάριθμα, καί τι χωρίον κενὸν μέγεθος [II 95. 10] ἀπεριόριστον προβαλόμενοι, ταύτας δή φασι τὰς ἀτόμους ὡς ἔτυχεν ἐν τῶι κενῶι φερομένας αὐτομάτως τε συμπιπτούσας ἀλλήλαις διὰ ῥύμην ἄτακτον καὶ συμπλεκομένας διὰ τὸ πολυσχήμονας οὔσας ἀλλήλων ἐπιλαμβάνεσθαι, καὶ οὕτω τόν τε κόσμον καὶ τὰ ἐν αὐτῶι, μᾶλλον δὲ κόσμους ἀπείρους ἀποτελεῖν. ταύτης δὲ τῆς δόξης Ἐπίκουρος γεγόνασι καὶ Δ.˙ τοσοῦτον δὲ διεφώνησαν ὅσον ὁ μὲν ἐλαχίστας [II 95. 15 App.] πάσας καὶ διὰ τοῦτο ἀνεπαισθήτους, ὁ δὲ καὶ μεγίστας εἶναί τινας ἀτόμους ὁ Δ. ὑπέλαβεν. ἀτόμους δὲ εἶναί φασιν ἀμφότεροι καὶ λέγεσθαι διὰ τὴν ἄλυτον στερρότητα. Vgl. EPICUR. EP. I 55 [p. 15, 12 Us.] ἀλλὰ μὴν οὐδὲ δεῖ νομίζειν πᾶν μέγεθος ἐν ταῖς ἀτόμοις ὑπάρχειν, ἵνα μὴ τὰ φαινόμενα ἀντιμαρτυρῆι, παραλλαγὰς δέ τινας μεγεθῶν νομιστέον εἶναι.