DEI RITMI E DELLE MISURE LIBRI TRE

44 B 22. CLAUDIAN. MAM. II 3 p. 105, 5. Il pensiero di Pitagora che non lasciò nulla di scritto, lo si deve ricavare dai filosofi che vennero dopo di lui. Tra i quali trovo che fu principalissimo Filolao di Taranto, che disserta in molti volumi, in modo oscurissimo, delle cose intellegibili e del significato di ciascuna, e, prima di dire della sostanza dell'anima, discute in modo mirabile delle misure e dei pesi e dei numeri nella geometria, nella musica, e nell'aritmetica, e afferma che per opera loro ebbe origine tutto l'universo. CLAUDIAN. MAM. II 7 p. 120, 12. Ritorno ora a Filolao, dal quale m'ero allontanato assai: nel terzo dei volumi che intitola Dei ritmi e delle misure parla dell'anima così:

L'anima è unita al corpo dal numero e dall'armonia immortale e incorporea.

E alquanto dopo:

L'anima ama il corpo, perché senza di esso non potrebbe servirsi dei sensi: e, dopo che la morte l'abbia separata da esso, vive nel mondo una vita incorporea.

ΠΕΡΙ ΡΥΘΜΩΝ ΚΑΙ ΜΕΤΡΩΝ ᾹΒ̅Γ̅

44 B 22 [B 177]. CLAUD. MAM. II 3 p. 105, 5 Engelbr. Pythagorae igitur, quia nihil ipse scriptitaverat, a posteris quaerenda sententia est. in quibus [I 418. 15] vel potissimum floruisse Philolaum reperio Tarentinum, qui multis voluminibus de intellegendis rebus et quid quaeque significent oppido obscure dissertans, priusquam de animae substantia decernat, de mensuris ponderibus et numeris iuxta geometricam musicam atque arithmeticam mirifice disputat per haec omne universum extitisse confirmans. CLAUD. MAM. II 7 p. 120, 12 [I 418. 20] nunc ad Philolaum redeo, a quo dudum magno intervallo digressus sum, qui in tertio voluminum, quae περὶ ῥυθμῶν καὶ μέτρων praenotat, [I 419. 1 App.] de anima sic loquitur: 'anima inditur corpori per numerum et immortalem eandemque incorporalem convenientiam.'item post alia: diligitur corpus ab anima, quia sine eo non potest uti sensibus. a quo postquam morte deducta est, agit in mundo incorporalem [I 419. 5 App.] vitam'.