28 A 54. AËT. V 11, 2 [Dox. 422]. Quando il seme proviene dalla parte destra dell'utero, i figli somigliano al padre, quando si localizza a sinistra, alla madre.
CENSORIN. de d. nat. 6, 8. Del resto è opinione di Parmenide che quando i semi escono da destra, allora i figli somigliano al padre, quando escono da sinistra, alla madre. CENSORIN. de d. nat. 6, 5. Parmenide sostiene che c'è lotta tra il maschio e la femmina e che i figli somigliano a quello di loro che riporti la vittoria.
Cfr. LACT. de opif. d. 12, 12. Le nature disparate si pensa che si formino in questo modo. Quando avviene che il seme di genere mascolino venga a cadere nella parte sinistra dell'utero, allora si pensa che nasca sì un maschio, ma siccome è stato concepito nella parte femminile, ha in sé qualcosa di femmineo più di quanto non comporti la maestà virile e cioè o una bellezza non comune o eccessiva bianchezza o leggerezza di corpo o membra delicate o bassa statura o voce debole o animo fiacco o parecchie di queste caratteristiche insieme. Parimenti, se un seme di genere femminile rifluisce a destra, nasce sì una femmina, ma per il fatto che è stata concepita nella parte mascolina, ha in sé qualcosa di virile più di quanto non lo ammetta la natura del sesso e cioè membra forti o un'altezza eccessiva o colore scuro o volto peloso o aspetto brutto o voce robusta o animo audace o parecchie di queste caratteristiche [cfr. B 18].
28 A 54. AËT. V 11, 2 (D. 422) [I 227. 15 App.] Π. ὅταν μὲν ἀπὸ τοῦ δεξιοῦ μέρους τῆς μήτρας ὁ γόνος ἀποκριθῆι, τοῖς πατράσιν, ὅταν δὲ ἀπὸ τοῦ ἀριστεροῦ, ταῖς μητράσιν [sc. ὅμοια τὰ τέκνα γίνεσθαι]. CENSORIN. 6, 8 ceterum Parmenidis sententia est, cum dexterae partes semina dederint, tunc filios esse patri consimiles, cum laevae, tunc matri. CENSORIN. 6, 5 at inter se certare feminas et maris et, [I 227. 20] penes utrum victoria sit, eius habitum referri auctor est Parmenides. Vgl. LACTANT. de opif. 12, 12 dispares quoque naturae hoc modo fieri putantur: cum forte in laevam uteri partem masculinae stirpis semen inciderit, marem quidem gigni opinatio est, sed quia sit in feminina parte conceptus, aliquid in se habere femineum supra quam decus virile patiatur, [I 227. 25] vel formam insignem vel nimium candorem vel corporis levitatem vel artus delicatos vel staturam brevem vel vocem gracilem vel animum inbecillum vel ex his plura. item si partem in dexteram semen feminini generis influxerit, feminam quidem procreari, sed quoniam in masculina parte concepta sit, habere in se aliquid virilitatis ultra quam sexus ratio permittat, aut valida [I 227. 30] membra aut immoderatam longitudinem aut fuscum colorem aut hispidam faciem aut vultum indecorum aut vocem robustam aut animum audacem aut ex his plura [vgl. B 18].