59 A 59. SIMPLIC. phys. 1185, 9. Eudemo [fr. 111 Wehrli] critica Anassagora non soltanto perché dice che a un certo momento ebbe inizio il movimento che prima non esisteva, ma anche perché ha tralasciato di parlare del permanere e del cessare, pur essendo argomento non chiaro: «Che cosa proibisce di pensare - egli dice - che tutte le cose si fermarono per opera dell'intelletto, come sostiene che l'intelletto le pose in movimento?» E anche in questo Eudemo riprende Anassagora: «Com'è possibile che ci sia una privazione antecedente alla proprietà opposta ? Se in effetti la quiete è privazione di movimento, non potrà essere anteriore al movimento». 59 A 59. SIMPL. Phys. 1185, 9 ὁ δὲ Εὔδημος [fr. 71] μέμφεται τῶι Ἀναξαγόραι [II 21. 5] οὐ μόνον, ὅτι μὴ πρότερον οὖσαν ἄρξασθαί ποτε λέγει τὴν κίνησιν, ἀλλ' ὅτι καὶ περὶ τοῦ διαμένειν ἢ λήξειν ποτὲ παρέλιπεν εἰπεῖν, καίπερ οὐκ ὄντος φανεροῦ. 'τί γὰρ κωλύει, φησί, δόξαι ποτὲ τῶι νῶι στῆσαι πάντα χρήματα, καθάπερ ἐκεῖνος εἶπεν κινῆσαι;' καὶ τοῦτο δὲ αἰτιᾶται τοῦ Ἀναξαγόρου ὁ Εὔδημος˙ 'πῶς ἐνδέχεται στέρησίν τινα προτέραν εἶναι τῆς ἀντικειμένης ἕξεως; εἰ οὖν ἡ ἠρεμία στέρησις [II 21. 10] κινήσεώς ἐστιν, οὐκ ἂν εἴη πρὸ τῆς κινήσεως'.