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68 A 56. CICER. de fin. I 6, 17. Quegli [Democrito] ritiene che gli atomi, com'egli li denomina, cioè corpi indivisibili per la loro solidità, si trovino nel vuoto infinito, nel quale non esiste né alto né basso né centro né ultimo né estremo, e si muovano in modo da incontrarsi e aggregarsi tra loro, producendo così tutte le cose che esistono e che noi vediamo; e che è necessario pensare che questo moto degli atomi non ha avuto principio, ma dura eternamente. | 68A 56. CIC. de fin. I 6, 17 ille [Demokr.] atomos quas appellat, id est corpora individua propter soliditatem, censet in infinito inani, in quo nihil nec summum nec infimum nec medium nec ultimum nec extremum sit, ita [II 98. 30] ferri, ut concursionibus inter se cohaerescant, ex quo efficiantur ea, quae sint quaeque cernantur, omnia eumque motum atomorum nullo a principio, sed ex aeterno tempore intellegi convenire. |