59 A 74. [ARISTOT.] probl. 11, 33. 903 a 7. Perché la notte è più del giorno adatta alla percezione dei suoni? Forse perché, come dice Anassagora, di giorno l'aria riscaldata dal sole sibila e risuona, mentre di notte resta calma, giacché è venuto meno il calore e maggiore è la ricettività, giacché non c'è nessun rumore? PLUTARCH. quaest. conv. VIII 3, 3 p. 722 A. Anassagora dice che l'aria è mossa dal sole d'un movimento pieno di tremolii e di vibrazioni, come dimostrano le pagliuzze e i frammenti minuscoli che la trascorrono continuamente e che alcuni chiamano pulviscolo: questo pulviscolo, dice il filosofo, sibilando e risuonando per il calore, rende difficile di giorno col suo rumore la percezione dei suoni, mentre di notte la sua agitazione e il suo rimbombo si placano .11* 59 A 74. [ARISTOT.] Probl. 11, 33. 903 a 7 διὰ τί εὐηκοωτέρα ἡ νὺξ τῆς ἡμέρας ἐστίν; πότερον, ὥσπερ Ἀ. φησί, διὰ τὸ τῆς μὲν ἡμέρας σίζειν καὶ ψοφεῖν τὸν ἀέρα θερμαινόμενον ὑπὸ τοῦ ἡλίου, τῆς δὲ νυκτὸς ἡσυχίαν ἔχειν ἅτε ἐκλελοιπότος τοῦ [II 24. 10 App.] θερμοῦ; PLUT. Quaest. conv. VIII 3, 3 p. 722 A Ἀναξαγόραν ὑπὸ τοῦ ἡλίου λέγοντα κινεῖσθαι τὸν ἀέρα κίνησιν τρομώδη καὶ παλμοὺς ἔχουσαν, ὡς δῆλόν ἐστι τοῖς διὰ τοῦ φωτὸς ἀεὶ διάιττουσι ψήγμασι μικροῖς καὶ θραύσμασιν, ἃ δή τινες τίλας καλοῦσιν˙ ταῦτ' οὖν φησιν ὁ ἀνὴρ πρὸς τὴν θερμότητα σίζοντα καὶ ψοφοῦντα δι' ἡμέρας δυσηκόους τῶι ψόφωι τὰς φωνὰς ποιεῖν, νυκτὸς δὲ φαίνεσθαι τὸν [II 24. 15] σάλον αὐτῶν καὶ τὸν ἦχον.