68 A 74. AËT. I 7, 16 [Dox. 302]. Per Democrito dio è una mente che ha sede in un fuoco di forma sferica. TERTULL. ad nat. II 2. Democrito suppone che gli dèi abbiano avuto origine insieme con la rimanente parte del fuoco, quella superiore alla cui natura è somigliante la loro anche per Zenone [fr. 171 Arnim]. CICER. de nat. d. I 12, 29. Non si trova forse in errore grandissimo Democrito, il quale ora colloca nel novero degli dèi le immagini coi loro esili contorni, ora quella natura da cui le immagini emanano, ora la nostra stessa scienza e intelligenza? E quando egli, d'altro lato, afferma che non vi è nulla che sia eterno, poiché nulla rimane stabilmente nel medesimo stato, non viene forse a negare l'esistenza di dio in modo così completo da non lasciar sussistere più nessuna idea di lui? CICER. de nat. d. I 43, 120. A dir vero anche Democrito, uomo tra i più grandi che vi siano stati, fonte a cui attinse acqua Epicuro per irrigare i suoi giardini, mi pare tentennante a proposito della natura degli dèi. Ora egli giudica che nell'universo vi siano delle immagini dotate di aspetto divino; ora dice che sono divinità quegli atomi dell'anima che si trovano sparsi nell'universo stesso; ora pensa a delle immagini animate solite a giovarci o a nuocerci, ora a immagini enormi e addirittura di grandezza tale da abbracciare dal di fuori l'intero universo; tutte supposizioni che, per vero, più che di Democrito, sono degne della patria di Democrito! [cfr. B 166]. 68 A 74. AËT. I 7, 16 (D. 302) Δ. νοῦν τὸν θεὸν ἐν πυρὶ σφαιροειδεῖ. TERTULL. ad nat. II 2 [II 102. 15 App.] cum reliquo igni superno deos ortos D. suspicatur, cuius instar vult esse naturam Zenon [fr. 171 Arnim]. CIC. de deor. nat. I 12, 29 quid D., qui tum imagines eorumque circumitus in deorum numero refert, tum illam naturam quae imagines fundat ac mittat, tum sententiam intellegentiamque nostram, nonne in maximo errore versatur? cum idem omnino, quid nihil [II 102. 20 App.] semper suo statu maneat, negat esse quicquam sempiternum, nonne deum omnino ita tollit, ut nullam opinionem eius reliquam faciat? CIC. de deor. nat. I 43, 120 mihi quidem etiam D., vir magnus in primis cuius fontibus Epicurus hortulos suos inrigavit, nutare videtur in natura deorum. tum enim censet imagines divinitate praeditas inesse in universitate rerum, tum principia mentis, quae [II 102. 25 App.] sunt in eodem universo, deos esse dicit, tum animantes imagines, quae vel prodesse nobis solent vel nocere, tum ingentis quasdam imagines tantasque, ut universum mundum conplectantur extrinsecus quae quidem omnia sunt patria Democriti quam Democrito digniora. Vgl. B 25. 166.