31 A 81. ARISTOT. de gen. anim. Δ 1 764 a 1. [La differenziazione dei sessi] alcuni dicono che avviene nella matrice, come Empedocle; confluendo infatti nell'utero, quando questo è caldo, alcuni - egli dice - nascono maschi, quando invece è freddo, nascono femmine; e la causa del calore e del freddo dell'utero è nel flusso delle mestruazioni, che è più freddo o più caldo, più remoto o più recente;... e questo Empedocle lo suppone troppo facilmente come fosse vero, pensando che differiscono tra loro solo per il freddo e il caldo, pur vedendo che gli interi organi hanno una grande differenza, quella che c'è appunto tra i genitali maschili e l'utero. ARISTOT. de gen. anim. Δ 1 765 a 8. Ed è necessario altresì rispondere al ragionamento di Empedocle, il quale stabilisce la distinzione del sesso maschile da quello femminile sulla base del calore o della freddezza dell'utero. AËT. V 7, 1 [Dox. 419]. Secondo Empedocle i maschi e le femmine nascono in relazione al caldo e al freddo; donde si osserva che i primi maschi nacquero dalla terra piuttosto a levante o a mezzogiorno, mentre le femmine a settentrione. AËT. V 8, 1 [Dox. 420]. Empedocle sostiene che i parti mostruosi nascono o per eccesso o per scarsezza di seme, o per un turbamento del suo moto o per una sua divisione in più parti o per una deviazione. Così egli sembra aver preveduto ogni sorta di causa. AËT. V 10, 1 [Dox. 421]. Empedocle sostiene che i parti gemellari o trigemini avvengono per eccesso o frazionamento dello sperma. AËT. V 11, 1 [Dox. 422]. Donde derivano le somiglianze dei genitori o dei progenitori? Secondo Empedocle le somiglianze derivano dal prevalere dei semi genitali, le differenze invece dall'evaporazione del calore che è nel seme [cfr. HIPPOCR. de genit. 8 VII 480]. AËT. V 12, 2 [Dox. 423]. Come mai i figli assomigliano ad altri e non ai genitori? Secondo Empedocle, nel periodo della concezione i feti sono conformati secondo l'immaginazione della madre. Spesse volte, infatti, le donne s'innamorano di statue e di immagini e partoriscono figli simili a queste [cfr. SORAN. Gynaec. I 39 p. 27, 30; (GALEN.) ad Pis. de Ther. XIV 253; DIONYS. de imit. p. 17, 18]. CENSORIN. de d. nat. 5, 4. G ... anche su questo c'è controversia tra gli autori, se il figlio nasca soltanto dal seme del padre, come sostennero Diogene [64 A 27], Ippone [38 A 13] e gli Stoici, o anche da quello della madre, come ritennero Anassagora, Alemeone, Parmenide [28 A 54], Empedocle e Epicuro. / CENSORIN. de d. nat. 6, 6. Anassagora ed Empedocle sono d'accordo nel ritenere che i maschi sono concepiti per il seme profuso dal lato destro, le femmine dal lato sinistro. Ma le loro opinioni, benché concordi per questo aspetto, divergono poi circa il problema della somiglianza dei figli. E su questa questione, dopo aver argomentato il pro e il contro, Empedocle ragiona così: se era uguale il calore nei sensi dei genitori il maschio è procreato simile al padre; se era uguale il freddo, la femmina è procreata simile alla madre. Se invece era più caldo quello del padre e più freddo quello della madre, nascerà un figlio con le fattezze del volto della madre: e se infine è più caldo il seme della madre e più freddo quello del padre, nascerà una figlia che ripeterà le sembianze del padre. CENSORIN. de d. nat. 6, 9-10. Segue la questione dei gemelli: per i quali Ippone ritiene che quando nascono, ciò avviene per la quantità del seme. Esso infatti, se è più abbondante di quanto è necessario per uno, si bipartisce. La stessa cosa sembra aver ritenuto Empedocle: egli infatti non espone le cause per cui si dividerebbe; dice soltanto che si divide e se l'una e l'altra parte occupano posti egualmente caldi, nascono due maschi, se egualmente freddi, due femmine, se invece l'una occupa un posto più caldo e l'altra uno più freddo, il parto sarà di sesso diverso. 31 A 81. [I 300. 1] ARISTOT. de gener. anim. Δ 1 764 a 1 (Geschlechtsunterschied) οἱ δ' ἐν τῆι μήτραι, καθάπερ Ἐ.˙ τὰ μὲν γὰρ εἰς θερμὴν ἐλθόντα τὴν ὑστέραν ἄρρενα γίνεσθαί φησι, τὰ δ' εἰς ψυχρὰν θήλεα, τῆς δὲ θερμότητος καὶ τῆς ψυχρότητος τὴν τῶν καταμηνίων αἰτίαν εἶναι ῥύσιν ἢ ψυχροτέραν οὖσαν ἢ θερμοτέραν καὶ ἢ παλαιοτέραν [I 300. 5] ἢ προσφατωτέραν˙ ... τοῦτο γὰρ ὡς ἀληθῶς Ἐ. ῥαιθυμότερον ὑπείληφεν οἰόμενος ψυχρότητι καὶ θερμότητι διαφέρειν μόνον ἀλλήλων, ὁρῶν ὅλα τὰ μόρια μεγάλην ἔχοντα διαφορὰν τήν τε τῶν αἰδοίων καὶ τὴν τῆς ὑστέρας. Ebenda de gen. anim. Δ 1 765 a 8 ἀναγκαῖον ἀπαντᾶν καὶ πρὸς τὸν Ἐμπεδοκλέους λόγον, ὃς διορίζει τὸ θῆλυ πρὸς τὸ ἄρρεν θερμότητι καὶ ψυχρότητι τῆς ὑστέρας. AËT. V 7, 1 (D. 419) Ἐ. [I 300. 10 App.] ἄρρενα καὶ θήλεα γίνεσθαι παρὰ θερμότητα καὶ ψυχρότητα˙ ὅθεν ἱστορεῖται τοὺς μὲν πρώτους ἄρρενας πρὸς ἀνατολῆι καὶ μεσημβρίαι γεγενῆσθαι μᾶλλον ἐκ τῆς γῆς, τὰς δὲ θηλείας πρὸς ταῖς ἄρκτοις. AËT. V 8, 1 (D. 420) Ἐ. τέρατα γίνεσθαι παρὰ πλεονασμὸν σπέρματος ἢ παρ' ἔλλειψιν ἢ παρὰ τὴν τῆς κινήσεως ταραχὴν ἢ παρὰ τὴν εἰς πλείω διαίρεσιν ἢ παρὰ τὸ ἀπονεύειν. οὕτω προειληφὼς φαίνεται σχεδόν [I 300. 15 App.] τι πάσας τὰς αἰτιολογίας. AËT. V 10, 1 (D. 421) Ἐ. δίδυμα καὶ τρίδυμα γίνεσθαι κατὰ πλεονασμὸν καὶ περισχισμὸν τοῦ σπέρματος. AËT. V 11, 1 (D. 422) πόθεν γίνονται τῶν γονέων αἱ ὁμοιώσεις καὶ τῶν προγόνων; Ἐ. ὁμοιότητας γίνεσθαι κατ' ἐπικράτειαν τῶν σπερματικῶν γόνων, ἀνομοιότητας δὲ τῆς ἐν τῶι σπέρματι θερμασίας ἐξατμισθείσης. [Vgl. HIPPOCR. de genit. 8 VII 480 L.]. AËT. V 12, 2 (D. 423) πῶς ἄλλοις γίνονται [I 300. 20 App.] ὅμοιοι οἱ γεννώμενοι καὶ οὐ τοῖς γονεῦσιν; Ἐ. τῆι κατὰ τὴν σύλληψιν φαντασίαι τῆς γυναικὸς μορφοῦσθαι τὰ βρέφη˙ πολλάκις γὰρ ἀνδριάντων καὶ εἰκόνων ἠράσθησαν γυναῖκες καὶ ὅμοια τούτοις ἀπέτεκον [vgl. SORAN. p. 27, 30 I 1b; [GAL.] XIV 253; DIONYS. de imit. p. 17, 18 Usen.]. CENSORIN. 5, 4 [s. 24 A 13] G Illud quoque ambiguam facit inter auctores opinionem, utrumne ex patris tantum modo semine partus nascatur, ut Diogenes et Hippon stoicique scripserunt, an etiam ex matris, quod Anaxagorae et Alcmaeoni nec non Parmenidi Empedoclique et Epicuro visum est. / CENSORIN. 6, 6 ex dextris partibus profuso semine marea gigni, at e laevis feminas. [I 300. 25 App.] Anaxagoras Empedoclesque consentiunt. quorum opiniones, ut de hac specie congruae, ita de similitudine liberorum dispariles; super qua re Empedodis, disputata ratione, talis profertur. si par calar in parentum seminibus fuit, patri similem marem procreari; si frigus, feminam mairi similem. quodsi patria calidius erit et frigidius matris, puerum fore qui matris vultus repraesentet: [I 300. 30 App.] at si calidius matris, patria autem fuerit frigidius, puellam futuram quae patris reddat similitudinem. CENSORIN. 6, 9. 10 sequitur de geminis, qui ut aliquando nascantur modo seminis fieri Hippon ratus <est>: id enim cum amplius est quam uni satis fuit, bifariam deduci. id ipsum ferme E. videtur sensisse: nam causas quidem cur divideretur non posuit; partiri tantum modo [I 300. 35] ait et si utrumque sedes aeque calidas occupaverit, utrumque marem nasci, si frigidas aeque, utramque feminam, si vero alterum calidiorem, alterum frigidiorem, dispari sexu partum futurum.