59 A 95. CICER. ac. post. I 12, 44. Arcesilao, come sappiamo, ingaggiò ogni sua battaglia contro Zenone non per ostinazione o desiderio di primeggiare, ma per l'oscurità di quelle cose che avevano indotto Socrate a confessare la sua ignoranza e già prima di Socrate, Democrito, Anassagora, Empedocle e quasi tutti gli antichi, i quali sostennero che niente si può conoscere, niente percepire, niente sapere, che i sensi sono limitati [31 B 2, 1], lo spirito debole [59 B 21], breve la durata della vita e che la verità, come vuole Democrito, è nascosta nel profondo [68 B 117], che tutto dipende dalle opinioni e dalle convenzioni, che per la verità non c'è posto: insomma dissero che tutto è avvolto nelle tenebre. | 59 A 95. CIC. Acad. post. I 12, 44 [II 29. 1 App.] earum rerum obscuritate quae ad confessionem ignorationis adduxerant Socratem et [vel ut] iam ante Socratem Democritum, Anaxagoram, Empedoclem, omnes paene veteres, qui nihil cognosci, nihil percipi, nihil sciri posse dixerunt angustos sensus [31 B 2, 1], imbecillos [II 29. 5 App.] animos [59 B 21], brevia curricula vitae et ut Democritus in profundo veritatem esse demersam [68 B 117], opinionibus et institutis omnia teneri, nihil veritati relinqui, deinceps omnia tenebris circumfusa esse dixerunt. |