68 A 101. ARISTOT. de an. A 2. 404 a 27 [dopo 59 A 99]. Non certo, però, in senso assoluto come Democrito: questi infatti identifica senz'altro anima e intelletto, perché il vero, per lui, è tutto ciò che appare, sicché diceva che bene aveva cantato Omero che «Ettore giaceva altro pensando»50*; insomma non considera l'intelletto come una determinata facoltà, quella mediante la quale si raggiunge il vero, ma afferma che sono la stessa cosa anima e intelletto. ARISTOT. de an. A 2. 405 a 5. Alcuni ritennero l'anima composta di fuoco; perché è il fuoco tra tutti gli elementi quello composto di particelle più sottili ed il più incorporeo; inoltre esso possiede come proprietà originaria quella di muoversi e di mettere in moto le altre cose. Democrito poi ha trovato una soluzione ancor più sottile, per spiegare perché [l'anima] possiede ambedue queste proprietà. Anima e intelletto infatti sono la stessa cosa e questo elemento sarebbe composto di corpi primi indivisibili e atto a produrre il movimento a cagione della piccolezza delle particelle che lo compongono e della loro forma; aggiunge che, delle forme, quella sferica è la meglio adatta a produrre il movimento; e tanto l'intelletto quanto il fuoco hanno appunto questa composizione. PHILOP. de an. 83, 27. Chiama incorporeo il fuoco; ma non in senso assoluto (ché nessuno degli atomisti ammette l'incorporeo), ma per significare che tra i corpi è il meno corporeo per la piccolezza delle particelle che lo compongono. 68 A 101. ARISTOT. de anima A 2. 404 a 27 [nach 59 A 99] οὐ μὴν παντελῶς γ' ὥσπερ Δ.˙ ἐκεῖνος μὲν γὰρ ἁπλῶς ταὐτὸν ψυχὴν καὶ νοῦν [s. 28 A 45]˙ τὸ γὰρ [II 109. 10 App.] ἀληθὲς εἶναι τὸ φαινόμενον˙ διὸ καλῶς ποιῆσαι τὸν Ὅμηρον ὡς ' Ἕκτωρ κεῖτ' ἀλλοφρονέων'. οὐ δὴ χρῆται τῶι νῶι ὡς δυνάμει τινὶ περὶ τὴν ἀλήθειαν, ἀλλὰ ταὐτὸ λέγει ψυχὴν καὶ νοῦν. ARISTOT. de anima A 2. 405 a 5 ἔδοξέ τισι πῦρ εἶναι˙ καὶ γὰρ τοῦτο λεπτομερέστατόν τε καὶ μάλιστα τῶν στοιχείων ἀσώματον, ἔτι δὲ κινεῖταί τε καὶ κινεῖ τὰ ἄλλα πρώτως. Δ. δὲ καὶ γλαφυρωτέρως εἴρηκεν ἀποφηνάμενος, διὰ τί τούτων [II 109. 15 App.] ἑκάτερον˙ ψυχὴν μὲν γὰρ εἶναι ταὐτὸ καὶ νοῦν. τοῦτο δ' εἶναι τῶν πρώτων καὶ ἀδιαιρέτων σωμάτων, κινητικὸν δὲ διὰ μικρομέρειαν καὶ τὸ σχῆμα˙ τῶν δὲ σχημάτων εὐκινητότατον τὸ σφαιροειδὲς λέγει˙ τοιοῦτον δ' εἶναι τόν τε νοῦν καὶ τὸ πῦρ. PHILOP. z. d. St. 83, 27 ἀσώματον δὲ εἶπε τὸ πῦρ, οὐ κυρίως ἀσώματον (οὐδεὶς γὰρ αὐτῶν τοῦτο ἔλεγε). ἀλλ' ὡς ἐν σώμασιν ἀσώματον διὰ λεπτομέρειαν.