68 A 118. CICER. ep. ad fam. XV 16, 1 [a Cassio]. Infatti ogni volta che ti scrivo qualche cosa, mi succede, non so come, che mi par quasi di averti presente, ma non «per immagini prodotte da idoli»,52* come dicono codesti tuoi nuovi amici i quali pensano che anche le «intuizioni mentali» siano suscitate dagli spettri caziani - perché, bada bene, quelle membrane che il filosofo di Gargetto e prima ancora Democrito avevano chiamato [in greco] idoli, ricevettero il nome [latino] di 'spettri' dall'epicureo Cazio Insubre, morto di recente - ma quello che io non capisco è come mai questi spettri, ammesso pure che penetrino negli occhi poiché vi arrivano sia che uno lo voglia sia che non lo voglia, possano penetrare nell'animo: perciò sarà necessario che tu mi metta in chiaro, quando verrai in carne ed ossa, se il tuo spettro sia in mio potere sicché esso mi appaia ogni volta che mi aggrada di pensare a te, e se questo avvenga non soltanto per te, che mi stai proprio nel cuore, ma anche per l'isola di Britannia, poniamo, che io ci rivolgo il pensiero ed ecco il suo idolo vola tosto dentro al mio animo. 68 A 118. CIC. Epist. XV 16, 1 (an Cassius) fit enim nescio qui, ut quasi coram adesse videare, cum scribo aliquid ad te, neque id κατ' εἰδώλων φαντασίας, ut dicunt tui amici novi qui putant etiam διανοητικὰς φαντασίας spectris Catianis excitari - nam, ne te fugiat, Catius Insuber Epicurius, qui nuper [II 111. 35 App.] est mortuus, quae ille Gargettius et iam ante D. εἴδωλα, hic "spectra" nominat - his autem spectris etiamsi oculi possint feriri, quod velis <nolis> ipsa incurrunt, animus qui possit, ego non video doceas tu me oportebit, cum salvus veneris, [II 112. 1 App.] in meane potestate [ut] sit spectrum tuum, ut simulac mihi conlibitum sit de te cogitare, illud occurrat, neque solum de te, qui mihi haeres in medullis, sed si insulam Britanniam coepero cogitare, eius εἴδωλον mihi advolabit ad pectus.