[30] ἐκ τούτου συνήστην ἀλλήλοιν˙ ἵνα καὶ τὸν Θεόφραστον κνιζόμενόν φασιν εἰπεῖν ὡς εὐφυὴς καὶ εὐεπιχείρητος ἀπεληλυθὼς τῆ διατριβῆς εἴη νεανίσκος.
καὶ γὰρ ἐν τοῖς λόγοις ἐμβριθέστατος καὶ φιλογράμματος ἱκανῶς γεγόμενος ἥπτετο καὶ ποιητικῆς. καὶ αὐτοῦ φέρεται ἐπίγραμμα εἰς Ἄτταλον ἔχον οὕτω
(App. Anth. III. 56)˙


Πέργαμος οὐχ ὅπλοις κλεινὴ μόνον, ἀλλὰ καὶ ἵπποις
πολλάκις αὐδᾶται Πῖσαν ἀνὰ ζαθέην.
εἰ δὲ τὸν ἐκ Διόθεν θεμιτὸν θνατῷ νόον εἰπεῖν,
ἔσσεται εἰς αὖθις πολλὸν ἀοιδοτέρη.

ἀλλὰ καὶ εἰς Μηνόδωρον τὸν Εὐδάμου ἑνὸς τῶν συσχολαστῶν ἐρώμενον (App. Anth. II. 382)˙

[30] Da allora vissero insieme. E si narra che Teofrasto s'addolorò della sua partenza e disse: «Quale giovinetto ben dotato e pronto ha abbandonato la mia scuola!»
Efficacissimo nelle argomentazioni, amò d'altra parte leggere e scrivere libri e perciò s'occupò anche di poesia.
67* E di lui si tramanda un epigramma dedicato ad Attalo, del seguente tenore: 68*

Pergamo non deve soltanto la sua gloria alle armi, ma anche per molta parte 69* ai cavalli vittoriosi nella divina Pisa. E se ad un mortale è lecito svelare la volontà di Zeus, Pergamo nell'avvenire offrirà ancora molta materia al canto dei poeti.

Ed anche un altro dedicato a Menodoro, l'amasio di Eudamo, uno dei suoi compagni di scuola: 70*