[30] θαυμάζειν τ' ἔφη εἰ χύτραν μὲν καὶ λοπάδα ὠνούμενοι κομποῦμεν˙ ἄνθρωπον δὲ μόνῃ τῇ ὄψει ἀρκεῖσθαι. ἔλεγε τῷ Ξενιάδῃ τῷ πριαμένῳ αὐτόν, δεῖν πείθεσθαι αὐτῷ, εἰ καὶ δοῦλος εἴη˙ καὶ γὰρ ἰατρὸς ἢ κυβερνήτης εἰ δοῦλος εἴη, πεισθῆναι ἂν αὐτῷ.


Εὔβουλος δέ φησιν ἐν τῷ ἐπιγραφομένῳ Διογένους Πρᾶσις οὕτως ἄγειν τοὺς παῖδας τοῦ Ξενιάδου, μετὰ τὰ λοιπὰ μαθήματα ἱππεύειν, τοξεύειν, σφενδονᾶν, ἀκοντίζειν˙ ἔπειτ' ἐν τῇ παλαίστρᾳ οὐκ ἐπέτρεπε τῷ παιδοτρίβῃ ἀθλητικῶς ἄγειν, ἀλλ' αὐτὸ μόνον ἐρυθήματος χάριν καὶ εὐεξίας.
[30] Diceva di meravigliarsi che se dobbiamo comprare una pentola o un tegame li facciamo tinnire per verificarne lo stato, mentre l'uomo ci contentiamo di vederlo soltanto. 62* Al suo compratore Seniade intimava di obbedirgli, anche se schiavo: e se un medico o pilota si trovava in condizioni di schiavo, bisognava egualmente obbedirgli. Eubulo 63* nel suo libro intitolato Vendita di Diogene afferma che Diogene educò i figli di Seniade così che, dopo le altre discipline, insegnò loro a cavalcare, a tirar d'arco, a lanciar sassi, a scagliare giavellotti. Successivamente, nella palestra, non permise al loro maestro di dare una completa educazione atletica, ma di esercitarli fino al punto che ottenessero il colorito rosso naturale e le normali condizioni di buona salute.