[31] Χαρμίδου τε οἰκέτας αὐτῷ διδόντος, ἵν' ἀπ' αὐτῶν προσοδεύοιτο, οὐχ εἵλετο˙ καὶ τὸ κάλλος ὑπερεῖδεν Ἀλκιβιάδου κατά τινας. καὶ ἐπῄνει σχολὴν ὡς κάλλιστον κτημάτων, καθὰ καὶ Ξενοφῶν ἐν Συμποσίῳ φησίν (IV. 44).

ἔλεγε δὲ καὶ ἓν μόνον ἀγαθὸν εἶναι, τὴν ἐπιστήμην, καὶ ἓν μόνον κακόν, τὴν ἀμαθίαν˙ πλοῦτον δὲ καὶ εὐγένειαν οὐδὲν σεμνὸν ἔχειν, πᾶν δὲ τοὐναντίον κακόν. εἰπόντος γοῦν τινος αὐτῷ ὡς εἴη Ἀντισθένης μητρὸς Θρᾴττης, "σὺ δ' ᾤου," ἔφη, "οὕτως ἂν γενναῖον ἐκ δυεῖν Ἀθηναίων γενέσθαι;" Φαίδωνα δὲ δι' αἰχμαλωσίαν ἐπ' οἰκήματος καθήμενον προσέταξε Κρίτωνι λυτρώσασθαι, καὶ φιλόσοφον ἀπειργάσατο.

[31] Non accettò gli schiavi che Carmide gli aveva offerti perché ne ricavasse qualche rendita; secondo alcuni, disprezzò la bellezza di Alcibiade. Secondo anche quanto afferma Senofonte nel Simposio, 96* lodava l'ozio come il possesso più bello. Diceva che uno solo è il bene, la scienza, e uno solo il male, l'ignoranza; ricchezza e nobiltà di natali non conferiscono dignità, piuttosto arrecano male. Avendogli detto un tale che Antistene era di madre tracia 97* replicò: «Pensavi tu che un uomo così nobile poteva essere generato da due genitori ateniesi?» Ordinò a Critone di riscattare Fedone che, caduto prigioniero, era stato costretto a stare in una casa di malaffare e lo fece filosofo. 98*