[32] τοῦ δ' ἐρομένου "διὰ τί;" "ὅτι μετ' ὀλίγον," εἶπε, "μέλλει τὰ κάτω ἀναστρέφεσθαι˙" τοῦτο δὲ διὰ τὸ ἐπικρατεῖν ἤδη τοὺς Μακεδόνας ἢ ἐκ ταπεινῶν ὑψηλοὺς γίνεσθαι. εἰσαγαγόντος τινὸς αὐτὸν εἰς οἶκον πολυτελῆ καὶ κωλύοντος πτύσαι, ἐπειδὴ ἐχρέμψατο, εἰς τὴν ὄψιν αὐτοῦ ἔπτυσεν, εἰπὼν χείρονα τόπον μὴ εὑρηκέναι. οἱ δὲ τοῦτο Ἀριστίππου φασί. φωνήσας ποτέ, "ἰὼ ἄνθρωποι," συνελθόντων, καθίκετο τῇ βακτηρίᾳ, εἰπών, "ἀνθρώπους ἐκάλεσα, οὐ καθάρματα," ὥς φησιν Ἑκάτων ἐν τῷ πρώτῳ τῶν Χρειῶν (Gomoll 22).



φασὶ δὲ καὶ Ἀλέξανδρον εἰπεῖν ὡς εἴπερ Ἀλέξανδρος μὴ ἐγεγόνει, ἐθελῆσαι ἂν Διογένης γενέσθαι.
[32] Domandandogliene quello la ragione, Diogene soggiunse: «Perché tra poco quel che è sotto si sarà rivoltato in su». Disse questa battuta perché ormai i Macedoni dominavano o da umili erano diventati potenti. Una volta un tale l'introdusse in una casa sontuosa e gli proibiva di sputare. Diogene allora si schiarì profondamente la gola e gli sputò in faccia, dicendo di non aver saputo trovare un luogo peggiore. Altri attribuiscono l'aneddoto ad Aristippo. 64* Racconta Ecatone nel primo libro delle Sentenze (Χρεῖαι) che una volta Diogene gridò: «Ehi, uomini!» e convenne della gente che egli picchiò col bastone, dicendo: «Uomini chiamai, non canaglie!»
Si narra anche che Alessandro abbia detto che se non fosse nato Alessandro, avrebbe voluto nascere Diogene.