[32] Διήκουσε δὲ καὶ Ἱππονίκου τοῦ γεωμέτρου˙ ὃν καὶ ἔσκωψε τὰ μὲν ἄλλα νωθρὸν ὄντα καὶ χασμώδη, ἐν δὲ τῇ τέχνῃ τεθεωρημένον, εἰπὼν τὴν γεωμετρίαν αὐτοῦ χάσκοντος εἰς τὸ στόμα ἐμπτῆναι. τοῦτον καὶ παρακόψαντα ἀναλαβὼν οἴκοι ἐς τοσοῦτον ἐθεράπευσεν, ἐς ὅσον ἀποκαταστῆσαι.


Κράτητος δὲ ἐκλιπόντος κατέσχε τὴν σχολήν, ἐκχωρήσαντος αὐτῷ Σωκρατίδου τινός. διὰ δὲ τὸ περὶ πάντων ἐπέχειν οὐδὲ βιβλίον, φασί τινες, συνέγραψεν˙ οἱ δέ, ὅτι ἐφωράθη 〈Κράντορος〉 τινὰ διορθῶν, 〈ταῦτα συγγράψαι〉, ἅ φασιν οἱ μὲν ἐκδοῦναι, οἱ δὲ κατακαῦσαι. ἐῴκει δὴ θαυμάζειν καὶ τὸν Πλάτωνα καὶ τὰ βιβλία ἐκέκτητο αὐτοῦ.

[32] Udì anche lezioni di geometria da Ipponico, di cui si prese gioco perché, mentre era ben esperto nella sua arte, in tutto il resto era pigro ed ottuso e s'annoiava sbadigliando. E Arcesilao disse appunto che la geometria gli era volata nella bocca, mentre questa era aperta. Una volta Ipponico uscì di senno e Arcesilao l'accolse a casa sua e si prese cura premurosa di lui fino a quando guarì. Alla morte di Cratete egli ottenne la direzione della scuola, dopo che un certo Socratide ebbe rinunziato in suo favore. Secondo alcuni, in dipendenza della sospensione del giudizio su ogni argomento, non scrisse neppure un libro; 74*secondo altri, poiché fu colto nell'atto di emendare alcune opere di Crantore, egli le avrebbe scritte e poi le avrebbe pubblicate o bruciate. 75* A quel che sembra, fu anche ammiratore di Platone; certo è che possedeva una copia delle sue opere.