[35] ἐκβαλόντος δ' ἄρτον τινὸς καὶ αἰσχυνομένου ἀνελέσθαι, βουλόμενος αὐτὸν νουθετῆσαι, κεράμου τράχηλον δήσας ἔσυρε διὰ τοῦ Κεραμεικοῦ.

Μιμεῖσθαι ἔλεγε τοὺς χοροδιδασκάλους˙ καὶ γὰρ ἐκείνους ὑπὲρ τόνον ἐνδιδόναι ἕνεκα τοῦ τοὺς λοιποὺς ἅψασθαι τοῦ προσήκοντος τόνου. τοὺς πλείστους ἔλεγε παρὰ δάκτυλον μαίνεσθαι˙ ἐὰν οὖν τις τὸν μέσον προτείνας πορεύηται, δόξει μαίνεσθαι, ἐὰν δὲ τὸν λιχανόν, οὐκέτι.
τὰ πολλοῦ ἄξια τοῦ μηδενὸς ἔλεγε πιπράσκεσθαι καὶ ἔμπαλιν˙ ἀνδριάντα γοῦν τρισχιλίων πιπράσκεσθαι, χοίνικα δ' ἀλφιτῶν δύο χαλκῶν.
[35] Volendo dare una lezione ad un tale che si vergognava di raccogliere un pezzo di pane che gli era caduto di mano, legò il collo di un vaso e lo trascinò attraverso il Ceramico. 67*
Diceva d'imitare gli istruttori dei cori: questi infatti danno il tono più alto, perché tutti gli altri diano il tono giusto. Soleva anche dire che il dito è la misura della pazzia della grande maggioranza degli uomini, che potrà sembrar 68* pazzo chi cammina protendendo il dito medio, non pazzo se il dito proteso è l'indice.
Diceva che oggetti di gran valore si vendono a minimo prezzo, e viceversa: così una statua è venduta per tremila dracme, un quarto di farina per due centesimi.