[18] Τῆς παιδείας ἔφη τὰς μὲν ῥίζας εἶναι πικράς, τὸν δὲ καρπὸν γλυκύν. ἐρωτηθεὶς τί γηράσκει ταχύ, "χάρις," ἔφη. ἐρωτηθεὶς τί ἐστιν ἐλπίς, "ἐγρηγορότος," εἶπεν, "ἐνύπνιον."

Διογένους ἰσχάδ' αὐτῷ διδόντος νοήσας ὅτι, εἰ μὴ λάβοι, χρείαν εἴη μεμελετηκώς, λαβὼν ἔφη Διογένην μετὰ τῆς χρείας καὶ τὴν ἰσχάδα ἀπολωλεκέναι˙ πάλιν τε διδόντος λαβὼν καὶ μετεωρίσας ὡς τὰ παιδία εἰπών τε "μέγας Διογένης," ἀπέδωκεν αὐτῷ.


τριῶν ἔφη δεῖν παιδείᾳ, φύσεως, μαθήσεως, ἀσκήσεως. ἀκούσας ὑπό τινος λοιδορεῖσθαι, "ἀπόντα με," ἔφη, "καὶ μαστιγούτω." τὸ κάλλος παντὸς ἔλεγεν ἐπιστολίου συστατικώτερον.

[18] Diceva che dell'educazione le radici sono amare, il frutto è dolce. Interrogato su che cosa invecchi presto, rispondeva: «La gratitudine». Gli fu chiesto che cosa sia la speranza e la sua risposta fu: «Sogno di uomo sveglio». Offrendogli Diogene fichi secchi, Aristotele pensò che se non li avesse accettati avrebbe offerto a Diogene l'occasione di meditare un motto di spirito; allora li accettò e soggiunse che Diogene insieme con il motto di spirito aveva perduto anche i fichi. Anche in un'altra occasione egli li accettò, ma dopo averli levati in alto come fanno i bambini glieli restituì, esclamando: «O grande Diogene». 55* Era solito dire che l'educazione ha bisogno di tre elementi: attitudine naturale, studio ed esercizio. Sentendo che un tale l'ingiuriava, disse: «Mi sferzi pure, quando non ci sono». Era solito dire che la bellezza vale più di qualsiasi lettera di raccomandazione.