[21] πρὸς τὸν αἰτιασάμενον ὡς εἴη μὴ ἀγαθῷ ἔρανον δεδωκώς - φέρεται γὰρ καὶ οὕτως - "οὐ τῷ ἀνθρώπῳ," φησίν, "ἔδωκα, ἀλλὰ τῷ ἀνθρωπίνῳ." ἐρωτηθεὶς πῶς ἂν τοῖς φίλοις προσφεροίμεθα, ἔφη, "ὡς ἂν εὐξαίμεθα αὐτοὺς ἡμῖν προσφέρεσθαι." τὴν δικαιοσύνην ἔφη ἀρετὴν ψυχῆς διανεμητικὴν τοῦ κατ' ἀξίαν. κάλλιστον ἐφόδιον τῷ γήρᾳ τὴν παιδείαν ἔλεγε. φησὶ δὲ Φαβωρῖνος ἐν τῷ δευτέρῳ τῶν Ἀπομνημονευμάτων (FHG III. 578) ὡς ἑκάστοτε λέγοι, "ᾧ φίλοι οὐδεὶς φίλος"˙ ἀλλὰ καὶ ἐν τῷ ἑβδόμῳ τῶν Ἠθικῶν (EE 1245b 2021) ἐστι.



καὶ ταῦτα μὲν εἰς αὐτὸν ἀναφέρεται.

Συνέγραψε δὲ πάμπλειστα βιβλία, ἃ ἀκόλουθον ἡγησάμην ὑπογράψαι διὰ τὴν περὶ πάντας λόγους τἀνδρὸς ἀρετήν˙
[21] A chi gli rimproverò di aver soccorso un uomo malvagio - l'aneddoto è infatti narrato anche in questa forma - «Non l'uomo soccorsi - replicò - ma l'umanità». 60* Gli fu chiesto quale dovesse essere il nostro comportamento verso gli amici ed egli rispose: «Quale ci augureremmo che fosse il loro verso di noi». Definiva la giustizia una virtù dell'anima che distribuisce secondo il merito. Diceva che la cultura è un bellissimo viatico per la vecchiaia. Favorino 61* nel secondo libro delle sue Memorie riferisce che Aristotele soleva ripetere il detto: «Chi ha amici, non ha nessun amico». Questa massima ricorre invero anche nel settimo libro dell'Etica. 62*
Questi sono dunque i detti che gli si attribuiscono.
Aristotele fu autore di moltissime opere. Poiché conseguì l'eccellenza in ogni campo, ritenni opportuno trascriverne qui sotto il catalogo.
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