[46] Χρημάτων δεόμενος ἀπαιτεῖν ἔλεγε τοὺς φίλους, οὐκ αἰτεῖν. ἐπ' ἀγορᾶς ποτε χειρουργῶν, "εἴθε," ἔφη, "καὶ τὴν κοιλίαν ἦν παρατρίψαντα μὴ πεινῆν."


μειράκιον θεασάμενος μετὰ σατραπῶν ἐπὶ δεῖπνον ἀπιόν, ἀποσπάσας πρὸς τοὺς οἰκείους ἀπήγαγε καὶ ἐκέλευσε τηρεῖν. πρὸς τὸ κεκοσμημένον μειράκιον πυθόμενόν τι ἔφη οὐ πρότερον λέξειν αὐτῷ, εἰ μὴ ἀνασυράμενος δείξειε πότερον γυνή ἐστιν ἢ ἀνήρ. πρὸς τὸ κοτταβίζον ἐν τῷ βαλανείῳ μειράκιόν φησιν, "ὅσῳ βέλτιον, τοσούτῳ χεῖρον." ἐν δείπνῳ προσερρίπτουν αὐτῷ τινες ὀστάρια ὡς κυνί˙ καὶ ὃς ἀπαλλαττόμενος προσούρησεν αὐτοῖς ὡς κύων.

[46] Quando aveva bisogno di danaro, si rivolgeva agli amici dicendo che non lo chiedeva in dono, ma in restituzione. Una volta nella piazza del mercato si masturbava 88* e diceva: «Magari stropicciando anche il ventre non avessi più fame». 89* Vide un giovinetto che andava con satrapi a pranzo, lo trasse via e lo riportò dai suoi familiari, raccomandando loro di sorvegliarlo. Ad un giovinetto tutto adornato che gli rivolse una domanda, disse che non avrebbe risposto se prima denudandosi non gli avesse mostrato se fosse donna o uomo. Ad un giovinetto che giocava al cottabo nel bagno pubblico, disse: «Quanto meglio giochi, tanto peggio per tè». Durante un convito alcuni gli gettavano le ossa come ad un cane. Diogene andandosene ci orinò sopra, come un cane.