[50] οὔτε δὲ αἰεὶ καλὸν αἰθερολογίη μελεδωνόν τε εἶναι τῇ πατρίδι κάλλιον. καὶ ἐγὼ δὲ οὐ πάντα περὶ τοὺς ἐμεωυτοῦ μύθους, ἀλλὰ καὶ ἐν πολέμοις οὓς διαφέρουσιν ἐς ἀλλήλους Ἰταλιῶται."

Ἐπειδὴ δὲ περὶ Πυθαγόρου διεληλύθαμεν, ῥητέον περὶ τῶν ἐλλογίμων Πυθαγορικῶν˙ μεθ' οὓς περὶ τῶν σποράδην κατά τινας φερομένων˙ ἔπειθ' οὕτως ἐξάψομεν τὴν διαδοχὴν τῶν ἀξίων λόγου ἕως Ἐπικούρου καθὰ καὶ προειρήκαμεν. περὶ μὲν οὖν Θεανοῦς καὶ Τηλαύγους διειλέγμεθα˙ λεκτέον δὲ νῦν περὶ Ἐμπεδοκλέους πρῶτον˙ κατὰ γάρ τινας Πυθαγόρου διήκουσεν.

[50] Né sempre è bello occuparsi dei fenomeni celesti, ma è più bello curarsi della patria. Anch'io non attendo solo all'elaborazione delle mie dottrine, ma partecipo anche alle guerre in cui si travagliano gli Italioti.

Ora che abbiamo discorso di Pitagora, resta da dire dei Pitagorici più illustri; dopo, di quelli che sono stati chiamati da alcuni, filosofi 'sporadici'; dopo ancora mi occuperò della successione dei filosofi degni di nota fino ad Epicuro, come già si è detto. 121* Abbiamo anche discorso di Teano e Telauge; bisogna ora, e in primo luogo, parlare di Empedocle, che, secondo alcuni, fu discepolo di Pitagora.