[51] Καὶ πρῶτος ἔφη (DK 80 B 6a) δύο λόγους εἶναι περὶ παντὸς πράγματος ἀντικειμένους ἀλλήλοις˙ οἷς καὶ συνηρώτα, πρῶτος τοῦτο πράξας. ἀλλὰ καὶ ἤρξατό που τοῦτον τὸν τρόπον˙ (DK 80 B 1)


"πάντων χρημάτων μέτρον ἄνθρωπος, τῶν μὲν ὄντων ὡς ἔστιν, τῶν δὲ οὐκ ὄντων ὡς οὐκ ἔστιν."

ἔλεγέ τε μηδὲν εἶναι ψυχὴν παρὰ τὰς αἰσθήσεις, καθὰ καὶ Πλάτων φησὶν ἐν Θεαιτήτῳ, καὶ πάντα εἶναι ἀληθῆ. καὶ ἀλλαχοῦ δὲ τοῦτον ἤρξατο τὸν τρόπον˙ (DK 80 B 4)


"περὶ μὲν θεῶν οὐκ ἔχω εἰδέναι οὔθ' ὡς εἰσίν, οὔθ' ὡς οὐκ εἰσίν˙ πολλὰ γὰρ τὰ κωλύοντα εἰδέναι, ἥ τ' ἀδηλότης καὶ βραχὺς ὢν ὁ βίος τοῦ ἀνθρώπου."

[51] Protagora fu il primo a sostenere che intorno ad ogni argomento vi sono due asserzioni contrapposte tra di loro; e, per mezzo di tali opposizioni, 165* egli sviluppava i suoi ragionamenti nei suoi dialoghi, un procedimento che egli applicò per la prima volta. L'inizio di uno dei suoi scritti è questo:

Di tutte le cose misura è l'uomo, delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono.

Egli affermava anche che l'anima 166* consta soltanto di sensazioni, secondo quanto dice Platone nel Teeteto, 167* e che tutto è vero. Di un'altra sua opera l'inizio è questo:

Intorno agli dèi non ho alcuna possibilità di sapere né che sono né che non sono. Molti sono gli ostacoli che impediscono di sapere, sia l'oscurità dell'argomento sia la brevità della vita umana.