[52] καὶ τί γὰρ ἄλλο μετεσκεύασεν αὐτὸν πρὸς ἀπάθειαν;


ἔπειτα ἐπὶ τὰ Θεοδώρεια μετῆλθε διακούσας Θεοδώρου τοῦ ἀθέου κατὰ πᾶν εἶδος λόγου σοφιστεύοντος˙ μεθ' ὃν Θεοφράστου διήκουσε τοῦ περιπατητικοῦ. ἦν δὲ καὶ θεατρικὸς καὶ πολὺς ἐν τῷ γελοίῳ διαφορῆσαι, φορτικοῖς ὀνόμασι κατὰ τῶν πραγμάτων χρώμενος. διὰ δὴ οὖν τὸ παντὶ εἴδει κεκρᾶσθαι λόγου φασὶ λέγειν ἐπ' αὐτοῦ τὸν Ἐρατοσθένην
(cf. FGrH 241 T 10; deficit F), ὡς πρῶτος Βίων φιλοσοφίαν ἀνθινὰ ἐνέδυσεν.

εὐφυὴς γὰρ ἦν καὶ παρῳδῆσαι˙ οἷά ἐστιν αὐτοῦ καὶ ταῦτα
(Wachsmuth I)˙


ὦ πέπον Ἀρχύτα, ψαλλογενές, ὀλβιότυφε,
τῆς ὑπάτης ἔριδος πάντων ἐμπειρότατ' ἀνδρῶν.

[52] Solo con questo mutamento esteriore egli aderì al principio fondamentale dell'insensibilità. 118*
Poi passò alle teorie di Teodoro 119* e seguì appunto le lezioni di Teodoro l'Ateo, che adottava ogni specie di argomenti sofistici. Dopo Teodoro, seguì le lezioni del peripatetico Teofrasto. Indulgeva anche alla teatralità e mostrava una grande bravura nel ridicolizzare ogni cosa, servendosi di espressioni volgari. Poiché il suo linguaggio era il risultato di una contaminazione di tutti gli stili, dicono che Eratostene abbia detto di lui, che Bione fu il primo a coprire la filosofia d'una veste fiorita. 120*
Ebbe una particolare inclinazione anche per la parodia. Ne sono un esempio questi versi: 121*

O caro Archita, nato nella musica, 122* beato nella tua sicurezza di te, fra tutti gli uomini il più esperto nella suprema contesa sulla corda estrema della lira.