[53] καὶ ὅλως καὶ μουσικὴν καὶ γεωμετρίαν διέπαιζεν. ἦν τε πολυτελής˙ καὶ διὰ τοῦτο πόλιν ἐκ πόλεως ἤμειβεν, ἐνίοτε καὶ φαντασίαν ἐπιτεχνώμενος. ἐν γοῦν Ῥόδῳ τοὺς ναύτας ἔπεισε σχολαστικὰς ἐσθῆτας ἀναλαβεῖν καὶ ἀκολουθῆσαι αὐτῷ˙ σὺν οἷς εἰσβάλλων εἰς τὸ γυμνάσιον περίβλεπτος ἦν.

εἰώθει τε νεανίσκων τινῶν υἱοθεσίας ποιεῖσθαι εἰς τὸ ἀποχρῆσθαι αὐτοῖς ἔς τε τὰς ἡδονὰς καὶ ὥστε φυλάττεσθαι ὑπ' εὐνοίας αὐτῶν˙ ἀλλὰ καὶ φίλαυτος ἦν ἰσχυρῶς καὶ πολὺς ἐγκείμενος τῷ Κοινὰ τὰ φίλων. παρ' ὃ καὶ οὐδεὶς αὐτοῦ μαθητὴς ἐπιγράφεται, τοσούτων αὐτῷ σχολασάντων˙ καίτοι τινὰς εἰς ἀναισχυντίαν προῆγεν.
[53] In generale riversava la sua vena giocosa sulla musica e sulla geometria. 123* Amava lo sfarzo e per questo andava da una città all'altra e talvolta escogitava qualche fantasioso espediente per fare mostra di sé. In Rodi, per esempio, indusse i marinai a indossare abiti di scolari ed a seguirlo: quando col loro sèguito fece il suo ingresso nel ginnasio, attrasse l'attento sguardo di tutti. Era anche sua abitudine adottare giovinetti sia per soddisfare le sue brame voluttuose sia per essere protetto dal loro affetto. Ma, d'altra parte, era anche estremamente egoista e soleva sempre porre l'accento sulla massima «Sono comuni i beni degli amici». Perciò nessuno volle espressamente dichiararsi suo discepolo, pur essendo molti i frequentatori delle sue lezioni. Anzi alcuni furono da lui tratti all'invereconda sfacciataggine.