[55] ῥητορικὸς δ' ἐστὶν ὁ τρόπος τῆς ἐπαγωγῆς οὗτος, ἐπειδὴ καὶ ἡ ῥητορικὴ περὶ τὰ ἐπὶ μέρους, οὐ τὰ καθόλου τὴν πραγματείαν ἔχει. ζητεῖ γὰρ οὐ περὶ αὐτοῦ τοῦ δικαίου ἀλλὰ τῶν ἐπὶ μέρους δικαίων. ὁ δὲ ἕτερός ἐστι διαλεκτικός, προαποδειχθέντος τοῦ καθόλου διὰ τῶν ἐπὶ μέρους. οἷον ζητεῖται, εἰ ἡ ψυχὴ ἀθάνατος καὶ εἰ ἐκ τῶν τεθνεώτων οἱ ζῶντες˙ ὅπερ ἀποδείκνυται ἐν τῷ Περὶ ψυχῆς (Phd. 70d-72a) διά τινος καθολικοῦ, ὅτι ἐκ τῶν ἐναντίων τὰ ἐναντία. καὶ αὐτὸ δὲ τὸ καθόλου κατασκευάζεται ἔκ τινων ὄντων ἐπὶ μέρους˙ οἷον ὅτι τὸ καθεύδειν ἐκ τοῦ ἐγρηγορέναι καὶ ἀνάπαλιν καὶ τὸ μεῖζον ἐκ τοῦ μικροτέρου καὶ ἀνάπαλιν.


τούτῳ δὲ ἐχρῆτο εἰς τὴν τῶν ἑαυτῷ δοκούντων κατασκευήν.

[55] Questo processo induttivo è proprio della retorica, ché la retorica s'aggira nel campo del particolare, non dell'universale; indaga non il giusto in se stesso, ma il giusto in particolare. L'altro è proprio della dialettica e per mezzo di esso si dimostra l'universale con i particolari. Per esempio, si cerca se l'anima sia immortale e se dai morti ritornino i vivi: ciò che Platone dimostra nel dialogo Dell'anima 152* per mezzo di una proposizione universale, che dal contrario si genera il contrario. E la stessa proposizione universale è stabilita da alcune proposizioni particolari: il sonno viene dalla veglia, e il contrario, il maggiore viene dal minore e viceversa.
Di questo metodo Platone fece uso per stabilire la sua dottrina.